Rushmore
di Wes Anderson (USA, 1998)
con Jason Schwartzman, Bill Murray, Olivia Williams,
Brian Cox, Connie Nielsen, Luke Wilson, Sara Tanaka,
Mason Gamble, Seymour Cassel, Stephen McCole
Uno strambo ragazzino di 15 anni di nome Max Fischer frequenta il college Rushmore da molti anni. Si tratta di un vero combinaguai: il terrore del preside Nelson Guggenheim, che lo addita infatti come il peggiore di tutta la scuola e che perciò lo vorrebbe fuori dal suo istituto. Max però sembra molto affezionato al Rushmore, tanto da arrivare a desidare di non doverlo mai abbandonare. La sua ambizione sembra essere davvero rimanere in quell’edificio il più a lungo possibile. Sebbene comunque non eccelli nelle materie che è tenuto a studiare, si applica con molto impegno a tante altre discipline più “artsy”, ma tutte extracurriculari, come la calligrafia, la scrittura di pièce teatrali, la coltivazione delle api, ecc.
Un giorno incontra Rosemary Cross, la maestra della scuola materna – anch’ella frequentatrice dello stesso campus – e se ne innamora. La donna è carina, ha in effetti un suo fascino, ma forse Max ci vede anche dell’altro: la mamma che ha perso da bambino. Per lei inizia a progettare una delle suoi folli idee: un mega acquario e tutto ciò solo perché un giorno, mentre chiacchieravano, l’ha vista prendersi cura di un pesciolino rosso in una boccia di vetro. Per il finanziamento del gigantesco progetto – da innalzare dentro lo stesso Rushmore – si rivolge all’imprenditore Herman Blume delle industrie Blume: un uomo bizarro ma dall’aspetto simpatico con cui ha stretto amicizia da poco e da cui è molto affascinato. La molla che ha fatto scattare la simpatia è stata un discorso che Blume ha pronunciato davanti all’intero corpo degli studenti del Rushmore. Blume comunque è un altro bambinone, anche se ha più di 50 anni e ha molto successo nel lavoro. Orbita intorno al Rushmore per due sole ragioni: 1. è uno dei principali finanziatori dell’istituto; 2. lo frequentano i suoi due unici figli (due ragazzoni ignorantoni e sgraziati che nutrono interesse solo per lo sport e hanno un approccio molto macho alla vita). Blume praticamente li odia – e lo dà spesso a vedere – per cui trova in Max una specie di terzo figlio con cui avere qualcosa in comune e andare d’accordo.
Il sentimento di Max per la maestrina non è affatto corriposto – e non solo per ragioni anagrafiche. Miss Cross è vedova, ha perso suo marito da poco e sembra essergli ancora molto legata, inoltre sa che non può frequentare studenti della sua stessa scuola. Per Max insomma prova solo una materna simpatia. Come se non bastasse, poi, del fascino della dolce Cross inizia a risentire anche Mr. Blume. Da questo punto in avanti, ovviamente, le cose non prenderanno una bella piega.
Un’altra deliziosa pellicola ideata e diretta da Wes Anderson. Ancora famiglie disfunzionali, ancora personaggi al limite dell’idealtipo flâneur: anime fragilissime, ma dolci, sofisticate, buffe, orginiali, fuori dagli schemi, sui generis e bisognose d’affetto ma che alla bisogna sanno tramutare le loro mancanze in lucidissime vendette.
Jason Schwartzman è staordinario nei panni di Max Fischer. Mi ha divertito molto. L’ho trovato buffissimo. E non solo perché all’epoca ha interpretato un quindicenne pur non avendo 15 anni ma anche per gli occhiali, il nasone, le sopracciglione, gli abiti da scolaretto saputello, il timidissimo tono di voce, l’aria stralunata, l’atteggiamento da finto-ingenuo e l’ostinazione. Ecco: soprattuto la sua ostinazione, il principale elemento che fa da carburante al motore della sceneggiatura.
Bill Murray è sempre il grandissimo Bill Murray e fa ciò che sa fare: simpatia. Anche qui – come in “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” – interpreta un padre. Un personaggio più semplice, meno problematico forse di Zissou, ma per certi versi simile nell’accondiscendenza al dottor Raleigh St. Clair, visto nel film “I Tenenbaum” (che è sempre di Anderson).
La maestra ha il volto di Olivia Williams. Dove l’avrò già vista? Non importa. Qui è perfettamente nella parte: un po’ gatta morta, un po’ donna-coraggio. Forse è l’unico personaggio con un po’ di testa sulle spalle. Forse no.
Brian Cox è il canuto direttore della Rushmore, un uomo severo e burbero che parla poco ma soffre molto la presenza di Max.
Mason Gamble dà il volto al miglior amico di Max: un ragazzino gracile e accondiscendente che il protagonista ha preso sotto la sua ala protettiva solo perché vuole cercare di sedurre subdolamente la sua affascinante madre (una specie di MILF dei suoi sogni proibiti, interpretata da Connie Nielsen).
Sara Tanaka interpreta Margaret Yang, una compagna di scuola segretamente innamorata di Max.
Anche Seymour Cassel fa molta simpatia nella parte dell’anziano barbiere, nonché papà saggio e comprensivo di Max.
Luke Wilson appare in pochissime scene nel ruolo di Peter Flynn, un amico della maestra Cross.
Un consiglio semplice ma direttissimo: gli amanti del cinema di Wes Anderson devono assolutamente vedere questa pellicola, anche se non è tra le sue più famose. Credetemi.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia.it, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.