Family Business

Sono affari di famiglia
(Family Business)
di Sidney Lumet (USA, 1989)
con Sean Connery, Dustin Hoffman, Matthew Broderick, James Tolkan,
Rosanna DeSoto, Victoria Jackson, Bradley Darryl Wong, Bill McCutcheon

Commedia in cui gli “affari di famiglia” sono i furti. Il team di protagonisti è formato da tre generazioni di ladri.
Nipote ha in mente un colpo, va da nonno, glielo racconta e lo convince senza grandi difficoltà. Ma serve un terzo, per cui cercano di convincere il padre, che però da tempo si è chiamato fuori dai loschi affari.
Jessie, Vito e Adam sono tre Mcmullen di New York – mezzi italiani e mezzi irlandesi.
Jessie è il più anziano, il capofamiglia, un ladro di quelli di una volta, galantuomo, che sa menare le mani quando serve, ma sostanzialmente un buono. Scaltro e cialtrone, non ha mai lavorato in vita sua. Ha un grande senso dell’umorismo, prende la vita come viene ma sa di stare sulle scatole a Vito, il suo unico figlio.
Vito, che da giovane è stato coinvolto a forza dal suo vecchio in diverse truffe, dopo aver trascorso un breve periodo in carcere, ha cercato di rifarsi una vita, aprendo un commercio all’ingrosso di carne e mettendo su famiglia, ossia sposandosi con una bella donna di origini ebraiche e generando un figlio.
Ecco, Adam è suo figlio: un ventenne che ha avuto tutto dalla vita, che è cresciuto nell’agio, senza affanni, con due genitori protettivi e affettuosi, che ha frequentato anche le scuole migliori, ma che ad un passo dalla laurea, a pochissimi mesi dal conseguimento del diploma, molla tutto, torna a New York e si mette ad organizzare un ricco colpo con il nonno. E questo solo perché si è stufato della bella vita priva di difficoltà – e perché ha avuto una soffiata. In lui sembra essere nato improvvisamente il desiderio di provare l’ebrezza del crimine, di seguire le orme della famiglia d’origine.
Tra Vito e Jessie non corre buon sangue, i due non si parlano da anni, ma questa vicenda del colpo li costringe – giocoforza – a tornare a frequentarsi.
Vito vorrbbebbe restare pulito, ma l’idea di lasciare Adam a farsi plagiare da Jessie gli è insopportabile, inoltre teme che Adam si possa fare del male, possa commettere sciocchezze, non essendo avvezzo ai furti. Dunque decide alla fine di prendere parte al colpo ma solo per proteggere la carne della sua stessa carne – almeno questo è quello che si continua a ripetere.
Le cose sembrano andare lisce sino alla fine, ma quando il colpaccio sta quasi per chiudersi positivamente con la fuga, Adam è costretto a tornare indietro sul luogo del furto, per recuperare un documento, e qui l’incantesimo si rompe. L’allarme suona e va tutto a ramengo.
In questo preciso punto ciò che era una commedia si trasforma in tragedia pura: un padre è costretto a mandare all’aria il suo matrimonio (o quasi), ad autodenunciarsi e denunciare suo padre per la prima volta, rovinando definitivamente il loro rapporto, pur di salvare suo figlio dall’onta del carcere.

Connery simpatico mascalzone, il personaggio più divertente del film. Stupisce vedere che in questa pellicola abbia evitato di usare toupet. Incredibile come giganteggi anche accanto ad altri pezzi grossi del cinema.
Hoffman dà il meglio nelle scene drammatiche. Il finale emozionalmente intenso gira tutto intorno ai suoi dolorosissimi silenzi. Grande mestiere. Da prendere ad esempio.
Durante tutti gli anni ’80 Broderick ha interpretato il ragazzo, l’eterno ragazzo. L’ho amato per il ruolo di Clark Kellogg ne “Il boss e la matricola”, anche in War Games era molto azzeccato. Qui recita ugualmente bene ma il suo ruolo è alquanto differente, meno pacioso, decisamente meno simpatico, lo troviamo nei panni dello stronzetto viziato, che vuole infilare un dito nel Crimine per la mera curiosità di sapere che gusto abbia.
Rosanna DeSoto interpreta Elaine, l’affascinante e coraggiosa moglie di Vito.
Bill McCutcheon appare in una sola scena nei panni di un ex-poliziotto anziano che ha preso in gestione il bar frequentato da anni dai protagonisti.
Per Deborah Rush il ruolo dello schietto avvocato di Adam.
James Tolkan è il giudice che legge le sentenze a fine pellicola.
Piccolo cameo per Bradley Darryl Wong nella parte del giovane chimico che dà la soffiata sul colpo milionario ad Adam.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.