Bohemian Rhapsody
di Bryan Singer (2018)
con Rami Malek, Lucy Boynton, Tom Hollander,
Ben Hardy, Joseph Mazzello, Gwilym Lee,
Allen Leech, Aidan Gillen, Aaron McCusker
Biopic. La storia di Freddie Mercury dall’ingresso nella band “Queen”, alla partecipazione al concerto collettivo di beneficienza “Live Aid” nel 1985.
Pensieri sparsi, in libertà.
Film molto godibile. Forse non piacerà ai fan duri e puri dei Queen ma non penso sia importante. Il biopic è palesemente romanzato e non ha alcune intenzione di essere esaustivo, né tantomeno accurato. Per cui prendete queste info come base per decidere se guardare o meno la pellicola.
“Bohemian Rhapsody” concorre agli Oscar 2019 in 5 categorie, tra cui “Miglior film” e “Miglior attore protagonista”. Molto probabilmente Malek vincerà la statuetta per la sua interpretazione, che ai miei occhi è sembrata molto credibile, anche se – va detto – io ho visto il film doppiato in Italiano. Però è opportuno aggiungere che Malek (fortunatamente) non ha ricantato i pezzi dei Queen. Nel film ci sono sono purissimi playback. La produzione ha fatto uso esclusivo di canzoni originali, sia in versione studio, che in versione live. In altre parole: nessuno ha imitato la voce di Freddie Mercury per le canzoni. Tranqulli!
Manca dalle nomination il premio per il miglior trucco, che invece io darei proprio a questo film, perché i truccatori sono riusciti a rendere il volto di Malek incredibilmente simile a quello di Mercury. E non solo. L’attore ci mette del suo: le sue movenze sul palco ricordano con estrema precisione quelle del cantante che interpreta. Straordinario davvero.
Mi ha stupito che il protagonista venga rappresentato – oltre che come potente voce, come grande mente creativa e come personalità tenace e combattiva – anche come stronzo. Non del tutto stronzo, solo un po’ ma sinceramente non me l’aspettavo. Mercury e il suo spiccato egocentrismo, dovuto forse all’eccessiva popolarità, vengono indicati come causa scatenante della deflagrazione della band. Peralto pare che questa cosa non sia del tutto vera, ma non credevo che il protagonista fosse messo in cattiva luce, anche se solo per una breve parentesi del film. Mi aspettavo di vederlo incensato per tutta la durata della pellicola e invece una bella – notevole – macchia nera appare sull’agiografia ufficiale. Mi chiedo: che questo sia dovuto al fatto che le menti dietro il film sono due componenti della band?
Due parole anche sugli altri attori.
Oltre quella di Malek, un’altra performance attoriale significativa mi è sembrata quella di Lucy Boynton, nei panni di Mary Austin, ossia la migliore amica di Mercury.
L’attore che più mi ha sorpreso per la professionalità, poi, è stato Tom Hollander, che interpretava “Miami”, cioè l’avvocato, nonché manager, della band.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.