Shampoo
di Hal Ashby (USA, 1975)
con Warren Beatty, Goldie Hawn, Julie Christie,
Carrie Fisher, Lee Grant, Jack Warden, Tony Bill, Jay Robinson,
George Furth, Luana Anders, Susanna Moore, Brad Dexter,
William Castle, Mike Olton, Randy Scheer
Film che parte come divertente commedia e che finisce per tramutarsi in amaro dramma sui rapporti di coppia e sulla solitudine cui sembrano destinati gli “spiriti liberi”.
George è un parrucchiere di Beverly Hills sui trent’anni molto avvenente, gran seduttore, che non riesce a stare lontano dalle donne. Il suo vero (e forse unico) obiettivo nella vita è portarsi a letto ogni essere di genere femminile che incontra. Perennemente in bolletta, prende la vita così come viene, senza pensarci più di tanto; passa da un letto a l’altro con grande facilità, col sorriso sulla faccia, privo di scrupoli, nonostante si assenti molto dal salone di bellezza in cui lavora, suscitando giustamente le ire del titolare. Ha anche un sogno però: aprire un negozio tutto suo. Le clienti non mancherebbero, visto che tutte le signore dell’alta borghesia di Los Angeles vanno matte per il modo in cui acconcia i loro capelli. Per finanziare dunque la sua nuova attività lo sprovveduto parrucchiere prova a chiedere un finanziamento in banca ma riceve un brusco no, perché non ha garanzie da offrire. Non demorde, comunque: a suo dire l’idea è buona e ha delle possibilità di successo.
Affari e sentimenti si incroceranno rovinosamente quando, oltre ad una modella svampita (con cui sembrerebbe fidanzato), George inizia a frequentare contemporaneamente anche la sua ex – di cui è ancora molto innamorato – e un’attempata cliente, il cui marito è un facoltoso uomo d’affari intenzionato a finanziargli l’attività che vorrebbe aprire.
Warren Beatty – che ha prodotto anche il film – si è cucito addosso il personaggio del dongiovanni. Non credo che sia stato poi così difficile per lui calarsi nei panni dello shampista macho. A Hollywood d’altronde si è sempre mormorato molto sulle sue decine di amanti e sulle sue doti amatorie. L’ho trovato dunque davvero in parte, perfetto. Aveva il phisique du role, nel senso più stretto del termine.
Julie Christie è l’affascinante Jackie, ex fidanzata di George, nonché attuale amante del ricco Karpf: una donna con i piedi per terra, tutt’altro che idealista, che ha imparato a conoscere la frivolezza sentimentale del parrucchiere e che per questo cerca di tenerlo lontano il più possibile.
Jack Warden straordinario nei panni del vecchio bavoso Lester Karpf: un facoltoso milionario ultrasessantenne, maschilista, ipocrita, squalo della finanza, che ha una giovane amante fissa – che peraltro trascura – e che non disdegna le feste in cui si può fare (potenzialmente) del sesso libero. Un figuro così squallido che quando pianifica una vendetta si porta dietro gli scagnozzi.
La moglie di Karpf è interpretata da Lee Grant: una fascinosa signora di mezz’età che sbava dietro il suo parrucchiere di fiducia. Il classico archetipo della donna matura che cerca avventure sessuali con uomini più giovani per sentirsi ancora parecchio attraente. Questa interpretazione le è valsa un Premio Oscar come miglior attrice non protagonista.
Goldie Hawn è Jill Haynes, la giovane modella – bionda, carina e svampita – che sta con il parrucchiedere seduttore seriale sperando di essere il suo unico amore. In realtà la ragazza mente a se stessa perché vuole godersi la fortuna di essere (in quel momento) la donna di un uomo così fascinoso. Per il suo George quasi rinuncia a un importante ingaggio che potrebbe tenerla lontana dalla California per un bel po’ di settimane.
Tony Bill è appunto Johnny Pope, il giovane fotografo che vorrebbe portare Jill con sé in un lungo viaggio di lavoro – anche e soprattutto perché se ne è innamorato.
Carrie Fisher ha una parte breve ma tutt’altro che irrilevante: interpreta la giovanissima figlia della signori Karpf, una tipetta con la lingua lunga e dai modi spicci che in meno di un’ora riesce a portarsi a letto l’ambito sciampista.
La colonna sonora della pellicola è a cura di Paul Simon.
Qui trovate una locandina alternativa, forse più efficace dell’originale.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.