Io c’è
di Alessandro Aronadio (Italia, 2018)
con Edoardo Pesce, Margherita Buy, Giuseppe Battiston,
Gegia, Massimiliano Bruno, Giulia Michelini, Gisella Burinato
Massimo Alberti ha poco più di quarant’anni ma ha fatto poco della sua vita. Il suo “Miracolo Italiano”, un Bed & Breakfast di lusso ereditato dai genitori, è sull’orlo del fallimento, divorato dalle tasse. Quando suo cognato cerca con un colpo di mano di sottrargli il 50% di proprietà, decide di cambiare registro e, ispirandosi a un convento di suore che affitta camere ai pellegrini, rilancia la sua attività. Fonda quindi una religione e stabilisce nel B&B la sede del culto, in modo da evitare di pagare l’ICI e altre tasse sulla sua attività. Nome scelto per il culto: Ionismo, dal momento che è lo stesso fedele ad essere al centro della nuova religione. Da questo deriva anche il titolo “Io c’è”. Non solo: nella nuova avventura si impegna a fondo, in prima persona: santone del culto infatti sarà lui stesso. Nell’operazione coinvolge comunque anche sua sorella Adriana – il membro della famiglia con la testa sulle spalle – e lo scrittore pseudo-new-age Marco in funzione ideologo.
Le cose sembrano procedere molto bene: la religione viene riconosciuta dallo stato, gli adepti aumentano e i soldi iniziano ad arrivare copiosi. Ad un certo punto però qualcosa si inceppa: Massimo si invaghisce di una delle adepte – Teresa – una ragazza malata di cancro che, proprio grazie agli insegnamenti dello Ionismo, ha deciso di smettere di lottare contro il suo male mortale, arrivando a rifiutare l’importante operazione che potrebbe salvarle la vita. Questo porta Massimo a riconsiderare tutto. In lui si instilla il dubbio di aver creato un mostro che non riesce più a gestire.
L’idea di base è geniale ed originale allo stesso tempo: fondare una religione per non pagare le tasse. Su questa è stata imperiata una comicità che ormai potremmo definire alla “Smetto quando voglio”. Il che è ovviamente richiamato dal fatto che Edoardo Leo presta il suo volto per il protagonista. A ciò si aggiunga poi anche una critica al “credulonismo” imperante e alla generazione di quarantenni bamboccioni che ha difficoltà a trovare la propria strada.
Per Margherita Buy potremmo quasi dire che è il suo personaggio – Adriana Alberti – è ininfluente, senza aggiungere altro.
Il personaggio di Giuseppe Battiston, ossia lo scrittore Marco, dovrebbe essere uno degli elementi principali della linea comica del film ma non propriamente così – anche se temo che non sia un problema di recitazione. Forse gli autori per lui non avevano battute migliori.
Alla fine della fiera rimane che la migliore sullo schermo – al di là della simpatia di Leo – è Giulia Michelini; la sua Teresa è forse il personaggio meglio riuscito: quello più sincero e profondo, nonostante sia tutt’altro che comico.
Gegia ha un piccolo ruolo: interpreta una delle suore che gestiscono la struttura alberghiera concorrente.
La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.