Il nome della rosa
di Jean-Jacques Annaud (Italia, Francia, Germania, 1986)
con Sean Connery, Christian Slater, F. Murray Abraham,
Ron Perlman, Valentina Vargas, William Hickey, Leopoldo Trieste,
Elya Baskin, Fëdor Fëdorovi? Šaljapin, Michael Lonsdale, Lucien Bodard,
Lucien Bodard, Volker Prechtel, Helmut Qualtinger, Urs Althaus
Non ho letto l’omonimo romanzo (di Umberto Eco) da cui questo film è stato tratto, per cui sarà impossibile per me fare paragoni. Andiamo oltre.
Di questa pellicola – che ormai ho visto diversi mesi fa – ho apprezzato su tutto la scelta delle location, in particolar modo il castello di Rocca Calascio in Abruzzo, e l’interpretazione del grandissimo Sean Connery nel ruolo di Bernardo da Baskerville. Il frate detective è un personaggio che gli è riuscito perfettamente; quel suo sorrisetto scaltro mi è sembrato più che adatto ad apparire sul volto di un saggio frate anziano dal grande intuito.
Valida anche la scelta di prendere Christian Slater – allora solo 17enne – per il ruolo del giovane Adso (il novizio a cui Bernardo da Baskerville fa da mentore).
Straordinario poi F. Murray Abraham per la parte di Bernardo Gui, l’inflessibile inquisitore.
Ron Perlman è conciato da spavento; il suo Salvatore sembra veramente un matto reietto, affetto anche da parecchie malformazioni.
Per la misteriosa giovane che ha un rapporto sessuale con Adso fu scritturata Valentina Vargas.
La trama non la riassumo, potete leggerla su Wikipedia.
Come trasposizione di un giallo ibridato col romanzo storico a me è sembrato molto valido.
Una cosa comunque posso dirla con certezza: il film fa venire (tanta) voglia di andarsi a leggere il romanzo, il che non è affatto poco.
Davvero molto orginale la locandina americana.
La scheda di IMDb.com e quella di Cinematografo.it.