Notti magiche
di Paolo Virzì (Italia, 2018)
con Irene Vetere, Mauro Lamantia, Giovanni Toscano,
Marina Rocco, Giancarlo Giannini, Roberto Herlitzka,
Paolo Sassanelli, Paolo Bonacelli, Ornella Muti, Eliana Miglio,
Andrea Roncato, Giulio Scarpati, Simona Marchini, Eugenio Marinelli, Regina Orioli,
Ludovica Modugno, Jalil Lespert, Giulio Berruti, Annalisa Arena
Roma, estate 1990. Durante la semifinale dei Campionati Mondiali di calcio tra Italia e Argentina, un auto salta giù da un ponte e finisce nel Tevere. A rimanere ucciso da questo incidente è Leandro Saponaro, un vecchio produttore cinematografico, tanto noto quanto odiato dall’ambiente che frequenta. Dalle indagini emerge subito che si è trattato di un omicidio i cui principali indiziati sono tre ragazzi che erano stati a cena con la vittima poche ore prima del fattaccio. Si tratta di Antonino, Luciano ed Eugenia: tre neo-ventenni che qualche settimana prima avevano partecipato con le loro sceneggiature originali al Premio Salinas in qualità di finalisti, vincendo i primi 3 posti come giovani promesse.
Il primo dei tre è arrivato nella Capitale da Messina con tanto entusiasmo, positività e gli occhi pieni di stupore; il suo lavoro si chiama “Olio” ed è un adattamento per il cinema della biografia di Antonello da Messina, suo eccellente compaesano.
Luciano è un livornese con forte accento toscano e una invidiabile parlantina. Diciamo un potenziale latin lover pieno di energia e positività che vuol risultare simpatico a tutti a tutti i costi. Al suo paese ha lasciato un figlio di pochi mesi e una giovane ragazza di cui è geloso ma che dice di non amare. La sua sceneggiatura è dedicata a suo padre: un operaio che si è suicidato davanti agli occhi del suo piccolo figlio.
Eugenia è la più timida ed impacciata dei tre; ha mille fobie ed è molto chiusa, sebbene individui subito in Antonino e Luciano due grandi amici. La sua insicurezza è talmente cronica da portala persino a sminuire il valore del suo lavoro. Proviene da una famiglia più che borghese, essendo figlia di un potente politico, e vive da sola in un grande appartamento in centro. Il suo sogno è lavorare con un affermato e fascinoso attore francese.
Noia zero. Incredibile come Virzi sia riuscito a fare, ancora una volta, un film riuscito e di primissimo livello, che incuriosice, diverte, fa tenerezza e spiazza. In questa che, in fin dei conti, è la storia di una grande amicizia riesce a mescolare vari registri (l’ironia con il dramma, alto con il basso) e generi, come il thriller, la commedia, la satira sociale e il drammone sentimentale. Per di più illustra con grande vividità uno spaccato generazionale e i rapporti interpersonali in quella strettissima cerchia che è il mondo dei “cinematografari” romani.
Forse esagero ma in taluni frangenti ci ho visto dei chiari riferimenti a film di Ettore Scola come “La terrazza” e “C’eravamo tanto amati”.
Irene Vetere eccellente nel ruolo dell’insicura Eugenia. Non l’avevo mai vista recitare prima ma devo dire che ha un radioso avvenire davanti a sé. Brava davvero.
Il volto simpaticissimo e la parlantina travolgente di Giovanni Toscano – nei panni di Luciano – sono più che convicenti. 9 a questa straordinaria performance. Peccato per l’unica pecca: [SPOILER] la scena poco convincente – seppur utile – del crollo psicologico nella cabina telefonica.
Bravissimo anche Mauro Lamantia: il ruolo del giovane “so tutto io”, timido ma precisino, pedante ed ingenuo gli riesce alla perfezione.
Valido come al solito Giancarlo Giannini, qui lo vediamo nel ruolo di Leandro Saponaro, ossia il produttore truffatore e laido che si accompagna ad una bionda ex ragazza Coccodé (la simpatica Marina Rocco) e che raggira il giovane Antonino. Una maschera tragicomica che racconta benissimo la contraddizione tutta insita nel cinema italiano: gloria, successi e ricchezza, dignitosamente conquistati nei tempi d’oro, che si trasformarono in un paio di decenni appena in decadenza, cialtroneria, furfanteria, squallore, volgarità e mediocrità.
A Simona Marchini è andata la parte dell’acida e sarcastica signora Saponaro.
Paolo Bonacelli cattivissimo nel ruolo di Ennio: un anziano sceneggiatore che dirige col pugno di ferro un nutrito gruppo di sceneggiatori, più o meno giovani, addestrati come scimmiette a battere sulla macchina da scrivere, a cui subappalta il suo lavoro.
Per Roberto Herlitzka la parte di un vecchio e stronzo regista, tanto cinico quanto realista, che odia le ipocrisie ma che spesso perde la brocca senza motivo anche con chi non ha colpe.
Il bravissimo Paolo Sassanelli è perfettamente a suo agio nei panni del capitano dei Carabinieri che conduce le indagini sull’omicidio di Saponaro.
Un Giulio Scarpati pettinatissimo interpreta il politico tutto d’un pezzo e borghesone, nonché papà di Eugenia.
L’avvocatessa che fa da agente a mezzo ambiente dal cinema romano ha il volto di Ludovica Modugno.
Eugenio Marinelli è Gianfranco, una comparsa di mezza età che ormai fa l’autista, il braccio destro e il segretario personale di Saponaro – giusto per non dire lacchè.
Ornella Muti la vediamo in un paio di scene appena nei passi di (praticamente) se stessa.
Il personaggio di Fosco, un anziano regista – ormai ai margini dello show-biz – che vive da reietto quasi come un clochard, ha le fattezze di Andrea Roncato. Bravissimo. Mai lo abbiamo visto prima d’ora recitare così bene un ruolo sostanzialmente drammatico.
Per Giulio Berruti il ruolo di un giovane attore muscoloso tutto pieno di sé.
Eliana Miglio è sua moglie, la signora Malaspina.
Regina Orioli è una specie di party-goer che vediamo in pochissime scene; la più significativa è quella in cui si fa praticare il cunnilingus da un’amica mentre Luciano (nudo) batte a macchina una sceneggiatura.
Per Annalisa Arena il ruolo della giovane toscana continuamente tradita dal padre di suo figlio (Luciano)
Jalil Lespert dà volto e voce a Jean Claude Bernard, cioè l’attore francese di cui si invaghisce perdutamente Eugenia.
Il titolo del film fa ovviamente riferimento all’omonima canzone di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, che fu l’inno ufficiale dei Campionati del Mondo di Calcio del 1990 che si tennero in Italia.
La sceneggiatura è opera dello stesso regista con Francesca Archibugi e Francesco Piccolo.
La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.