Uno di famiglia

Uno di famiglia
di Alessio Maria Federici (Italia, 2018)
con Pietro Sermonti, Lucia Ocone, Sarah Felberbaum, Neri Marcorè,
Nino Frassica, Massimo Olcese, Massimo De Lorenzo, Alan Cappelli Goetz,
Emanuele Cerman, Moisè Curia, Eleonora Albrecht

Un ex attore alquanto squattrinato, che ormai dà lezioni come professore di dizione, si trova invischiato, senza volerlo, in una guerra di Ndrangheta tra due bande di malavitosi calabresi. La sua unica colpa è di trovarsi per caso nel posto sbagliato al momento giusto; il salvataggio in extremis della designata vittima (uno dei suoi studenti) lo fa entrare immediatamente nelle grazie della sua famiglia – da cui il titolo della pellicola. Dai Serranò, questa famiglia iper-coesa, non riuscirà mai a tirarsi fuori, vuoi perché inizierà a prendere un sacco di soldi per fare da protegé al figlio del boss e la cosa gli fa gola, vuoi perché sarà difficile dire di no a gente tanto violenta e vendicativa.
I due ostacoli più grossi da superare saranno: la forte contrarietà della sua ragazza a questa pericolosa sudditanza e il fatto che la polizia – che già sorvegliava la famiglia calabrese – gli metterà subito gli occhi addosso.

Pietro Sermonti è molto bravo nel ruolo della vittima (per lo più) inconsapevole. Gli riesce molto bene recitare la parte di Luca, l’adulto bambinone dalla schiena poco dritta, un tipo dalla personalità alquanto debole che non saprà dire di no ai soldi, alle lusinghe, al fatto di essere “vincente” per la prima volta nella vita.
Sarah Felberbaum ottima nel ruolo di Regina, la compagna del protagonista: una persona seria e con i piedi per terra, che capisce da subito i rischi che corre Luca entrare in contatto con la malavita.
Nino Frassica divertentissimo – come sempre – nel ruolo del capo-famiglia mafioso (Peppino Serranò); fortunatamente gli hanno permesso di essere se stesso, cioè di non uscire troppo dal ruolo che intepreta da decenni. Puro amore nei suoi confronti.
Lucia Ocone superlativa; nella parte della sorella del capofamiglia calabrese – Zia Angela – strappa un sacco di sorrisi. Bravissima. Non sbaglia mai un ruolo o un personaggio. Qui la vediamo corteggiare spudoratamente il protagonista con un piglio parecchio autoritario, quasi machista. Il suo personaggio guida un’auto da corsa sfrontatamente, ai limiti della legge e con una sicurezza da pilota professionista. Da non dimenticare il fatto che lei è romana ma qui usa un accento calabrese abbastanza credibile.
Neri Marcorè interpreta meravigliosamente un disabile che ha squattato la casa del protagonista. Parecchio divertente, in sala ridevano tutti durante le sue battute.
Simpatico anche Massimo De Lorenzo – lo ricordate nei panni di uno dei tre sceneggiatori cialtroni della Serie “Boris”? Qui interpreta uno dei bracci operativi più violenti e risoluti della famiglia calabrese. Il suo dialetto sembra davvero perfetto (anche se parecchio calcato).
Massimo Olcese è il commissario che sta alle calcagna dei Serranò. Nel ruolo da sbirro lo abbiamo già visto nella bella serie tv “Rocco Schiavone” (ora in onda su RaiDue).

Nota: il regista è lo stesso della commedia “Terapia di coppia per amanti”, che non ho ancora visto. Ho anche scoperto che in passato ha lavorato come aiuto-regista in un sacco di film italiani, come “Amore, bugie & calcetto”, “Oggi sposi”, “Immaturi”, “Diverso da chi?” “Nessuno mi può giudicare”, tra gli altri.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.