Tonya
(I, Tonya)
di Craig Gillespie (USA, 2018)
con Margot Robbie, Allison Janney, Sebastian Stan,
Bobby Cannavale, Paul Walter Hauser, Bojana Novakovi?,
Mckenna Grace, Julianne Nicholson, Cory Chapman,
Anthony Reynolds, Steve Wedan, Jason Davis, Cassidy Balkcom
La storia di una donna con la vera cazzimma, diremmo a Napoli. La vera storia di Tonya Harding e del suo successo internazionale nel pattinaggio artistico.
Una ragazza che trova nello sport un motivo per vincere, avendo nella vita trovato mille delusioni, ad inziare dalla madre, una tizia stronza, severa e anaffettiva che non perdeva occasione per umiliare sua figlia – anche se con il reali intento di spronarla a diventare una campionessa – e da un marito parassita, sposato da giovanissima, che le sta accanto solo per spillarle soldi.
Anche questo film l’ho visto diversi mesi fa, dunque è per me molto difficile ricordare dettagli. Posso dire però che l’interpretazione di Margot Robbie è una delle sue migliori. La trasformazione cui è stata sottoposta e la performance che produce sono entrambe da applausoni. Ormai è un’attrice di primo livello, anche se lo si sospettava parecchio, ancor prima di guardare questa pellicola.
Stessa cosa dicasi per Allison Janney nei panni della madre: brava, brava e bravissima! Per molti spettatori sarà stato davvero semplice odiare questa figura genitoriale orrenda, sinceramente spregevole, tanto è stata splendidamente rappresentata dalla Janney – che per l’appunto ha vinto un Oscar, un Golden Globe e un British Academy Film Awards come “Migliore attrice non protagonista” per questa interpretazione. Movenze, sguardi, insulti, mezze parole, rimbrotti, modo di fumare, di bere, di inforcare gli occhialoni e di tenere la sigaretta in mano: tutti dettagli che hanno contribuito a rendere la signora LaVona Harding LA madre che nessuno MAI vorrebbe avere.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.