Io sono Tempesta
di Daniele Luchetti (Italia, 2018)
con Marco Giallini, Elio Germano, Eleonora Danco,
Simonetta Columbu, Marcello Fonte, Paola Da Grava, Federica Santoro,
Luciano Curreli, Jo Sung, Francesco Gheghi, Carlo Bigini, Franco Boccuccia
A me piacciono sempre i film di Luchetti – a prescindere – dunque queste parole possono essere molto “biased”. Ciò detto, mi sembra onesto scrivere che questa forse non è la sua pellicola migliore ma l’ho apprezzata. Ho apprezzato, ad esempio, la mancanza di pietà verso i poveri, gli ultimi, i disadattati. In questa pellicola la distinzione tra il ricco furbone dal cuore gelido e i suoi comprimari – gli ospiti di un alloggio stile Caritas – non è netta. Il primo sa essere un perfetto stronzo, è vero, ma si vede sin dal principio che può nascondere un briciolo di umanità; allo stesso modo gli altri – i poveri – sono degli allocchi, è vero, ma non proprio dei completi babbei, o meglio si fanno manipolare dal riccastro ma in un certo momento mostrano anche una loro furba dignità, cercando di gabbare il loro sfruttatore. In particolare ad emergere è il figlio di Bruno, un ragazzino molto sveglio che riesce ad assicurare a suo padre una vita dignitosa, grazie ad un ingegnoso ricatto nei confronti del super-boss.
Ho apprezzato poi la recitazione di Giallini, Germano, e del giovanissimo Francesco Gheghi.
Mi ha fatto piacere vedere, inoltre, che gran parte della pellicola è stata girata dentro l’Ex Dogana di Roma.
Il superboss, il ricco manager cinquantenne che sembra creare fortune dal nulla e che porta il nome di Numa Tempesta, è interpretato nel migliore dei modi da Marco Giallini. Incredibilmente a suo agio anche in questi panni del riccone antipatico ma dall’anima in pena; un uomo solo e solitario che si circonda solo di yesmen sul lavoro e giovani ragazze (escort) nel tempo libero ma che nasconde un segreto inconfessabile: da sempre soffre la mancanza di affetto e di interesse da parte di suo padre. Dai tempi in cui era ragazzino si porta dietro l’umiliazione di essere chiamato “coglione” da chi invece avrebbe dovuto proteggerlo e dargli forza, coraggio, fiducia (suo padre, appunto).
A Elio Germano è andata la parte di Bruno: un ragazzo romano poco meno che quarantenne, simpatico e brillante, che bazzica il ricovero per poveri da quando un divorzio l’ha fatto cadere in disgrazia. Perennemente in bolletta, cerca di trovare una soluzione abitativa per non essere costretto a dormire sotto i ponti con suo figlio – un docicenne unica sua ragione di vita.
Francesco Gheghi è appunto il figlio di Bruno. Forse uno dei migliori del film in quanto a recitazione. Giovanissimo eppure perfetto nella parte, misurato, con una mimica adeguata. Davvero bravo.
Eleonora Danco è la ragazza che gestisce il ricovero per poveri e che deve riferire al giudice il comportamento di Tempesta, l’uomo d’affari condannato a scontare un anno ai servizi sociali per una condanna per frode fiscale. La Danco intepreta Angela, una specie di suora laica di 40 anni circa, hyper-single (per non dire zitellona) e infoiata con la religione, che sembra irreprensibile ma che finisce per sciogliersi ai primi, smaccati e disonesti tentativi di seduzione da parte di Tempesta.
La sexy Simonetta Columbu è una dolce ragazza (dal deciso accento sardo) che trascorre una serata a settimana con Tempesta, per meri fini sessuali-curativi. Una giovane apparentemente frivola che si paga gli studi in Psicologia facendo la escort di altissimo livello e che finirà per innamorarsi dello squattrinato Bruno. Una nuova Penelope Cruz è nata? [GUARDA QUI]
Marcello Fonte – l’outsider che ha conquistato tutti con la sua performance da protagonista nel film “Dogman” di Matteo Garrone – ha qui una piccola parte nei panni di un barbuto barbone che si intrufola nottetempo nei cassonetti e che non vuole tagliarsi i capelli per non perdere la credibilità da poveraccio.
La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it, quella di ComingSoon e quella di MyMovies.it.