A casa tutti bene
di Gabriele Muccino (Italia, 2018)
con Pierfrancesco Favino, Carolina Crescentini, Stefania Sandrelli,
Ivano Marescotti, Stefano Accorsi, Elena Cucci, Claudia Gerini,
Massimo Ghini, Sandra Milo, Sabrina Impacciatore, Giulia Michelini,
Giampaolo Morelli, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi,
Gianfelice Imparato, Tea Falco, Elisa Visari, Elena Rapisarda,
Elena Minichiello, Renato Raimondi
Una grande disfunzionale famiglia italiana (come tante, come tutte) che annega tra fallimenti, gelosie, litigi, rabbia, urla, ipocrisie, scoramenti, disperazione e bisogno di “normalità”.
In occasione del loro 50° anniversario di matrimonio, due anziani coniugi – Pietro e Alba – riuniscono tutta la loro famiglia sull’isoletta in cui sono andati a godersi la pensione. In un primo momento sembrano essere tutti felici e tranquilli, le inimicizie, le discusioni, le invidie, i vecchi rancori sono tenuti a bada, nella certezza che i festeggiamenti dureranno all’incirca una mezza giornata. Nessuno può immaginare però che il mare in tempesta si metterà di traverso non permettendo loro la riparenza. L’intera famiglia si troverà dunque bloccata in quell’angusto posto per un paio di giorni interi, costretta a fare i conti con il proprio passato e quindi, giocoforza, anche con il presente e il futuro.
Nella seconda parte del film, insomma, spariscono i sorrisi di cortesia e convenienza per far spazio all’amara schiettezza; tutta la frustrazione accumulata e tenuta a freno per anni viene finalmente a galla con spaventosa veemenza.
Urla, urla e urla, come ci ha ormai abituato Muccino.
Attrice con la migliore performance: Giulia Michelini; la sua sparata contro le ipocrisie della famiglia di suo marito è forse il momento più “intenso” del film. Un tantino sopra le righe ma brava.
Attore più simpatico: Ivano Marescotti (nella parte di Pietro, il capofamiglia insofferente e facilmente irascibile).
Personaggio che fa più tenerezza: Sandro, interpretato Massimo Ghini. Un signore elegante e brizzolato, sulla sessantina, malato di Alzheimer e innamoratissimo di sua moglie (Claudia Gerini).
Claudia Gerini sempre valida, anche se in una scena eccede un po’ troppo nel mostrarsi frustrata e disperata per la grave condizione di suo marito; un ruolo, il suo, che ricorda a tratti quello che ha interpretato non molto tempo fa nella serie tv “Suburra”.
Stefano Accorsi interpreta Paolo, una specie di scrittore quarantenne vagamente bohémien (un po’ lercio, un po’ spettinato, un po’ trasandato) che – anziché uniformarsi ai suoi fratelli e gestire il ristorante di famiglia – ha preferito fare l’artista, sposarsi giovane e andare a vivere all’estero (Parigi) o girare il mondo in bicicletta (dopo il divorzio). In un certo qual modo questo Paolo riprende il discorso là dove era stato lasciato dal Carlo de “L’ultimo Bacio”. Sono passati vent’anni (17) per cui questo personaggio può essere considerato l’evoluzione (cronologica) di quell’altro.
Personaggio più drammatico: Carlo – interpretato dignitosamente da Pierfrancesco Favino. Un padre di circa 40 anni che ha grossissime difficoltà a rendere felici entrambe le sue famiglie; da una parte è chiamato continuamente a fare il padre della sua seconda figlia – a sopportare cioè la sua seconda moglie, gelosissima – e dall’altra cerca disperatamente di non perdere contatto con la sua prima figlia adolescente (Elisa Visari), avuta dalla prima moglie.
La prima moglie è interpretata da una validissima Valeria Solarino (il suo è forse il personaggio più misurato).
La seconda moglie ha le fattezze di Carolina Crescentini; davvero in parte nei panni della giovane donna insicura che scarica sul marito frustrazioni e gelosie al limite della sanità mentale.
Giampaolo Morelli per una volta non fa il simpatico farfallone ma il fedifrago: una specie di manager in carriera dal profilo internazionale, che ha una relazione segreta con una squinzia più giovane (Tea Falco).
Sabrina Impacciatore è sua moglie, Sara: la donna che ha preso sulle sue spalle la gestione del ristorante di famiglia. Piccola ma tenace: tira fuori gli artigli solo quando serve. Cerca di fare buon viso a cattivo gioco e di non mostrarsi debole davanti ai suoi familiari.
Gianmarco Tognazzi fa Riccardo, il cugino che sta antipatico a tutti: un vero e proprio attaccabrighe – ex giovinastro scansafatiche inaffidabile, che sembra aver messo la testa a posto da quando ha trovato una ragazza (Giulia Michelini) e un lavoro fisso.
Per Stefania Sandrelli la parte della mamma-chiocchia Alba: cerca di tenere insieme tutti i membri della sua famiglia, di proteggere i figli, di non alienarsi l’affetto del marito, di non mostrarsi debole, di mediare i contrasti e smussare le contraddizioni che appaiono continuamente sotto i suoi occhi.
Elena Cucci è Isabella: una cugina piuttosto giovane (e svampitella) di Paolo, Carlo e Sara. Ha un marito che è sempre via di casa, si presenta alla festa con figlia a carico e prende una cotta pensate per Paolo. Più o meno la stessa cotta che era sbocciata una ventina di anni prima esattamente nella stessa villa.
Alla sempre-sorridente Sandra Milo il ruolo dell’anziana mamma di Sandro, Riccardo e Isabella.
Per il grande Gianfelice Imparato un paio di scene nei panni del parroco che celebra le nozze di Alba e Pietro.
Il giovane Renato Raimondi è Edoardo, l’amico intimo-quasi fidanzato della figlia di Carlo.
La piccola Elena Minichiello interpreta la figlia di Isabella.
Due le frasi memorabili pronunciate nella pellicola:
1. «Io sono cresciuto orfano, a me la famiglia mi sta sul cazzo!!!».
2. «Le vite normali non esistono».
La prima cerca ruffianamente l’applauso, mentre la seconda si concede – finalmente – un momento di cruda verità.
La colonna sonora non mi è piaciuta per nulla. Scontatissima, iper-nazionalpopolare. Per non parlare dei fastidiosi momenti-karaoke, in cui tutti i membri della famiglia si ritrovano a cantare, accorati, intorno al pianoforte.
SPOILER
A pensarci bene, anche il finale di questo film ha molto in comune con il finale de “L’ultimo bacio”. Un ribaltamento di prospettiva già visto: la “povera” vittima diventa carnefice e si vendica, usando più o meno lo stesso strumento di tortura.
La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it, quella di MyMovies.it e quella di Comingsoon.it.