Mio cugino Vincenzo
(My Cousin Vinny)
di Jonathan Lynn (USA, 1992)
con Joe Pesci, Marisa Tomei, Ralph Macchio,
Mitchell Whitfield, Fred Gwynne, Austin Pendleton,
Lane Smith, Bruce McGill, Maury Chaykin, Paulene Myers,
James Rebhorn, Raynor Scheine, Chris Ellis, Lou Walker
Quando ero ragazzino questa era una delle mie commedie preferite. Ancora oggi, riguardandola, la trovo molto ma molto divertente.
Qualche settimana fa l’ho rivisto (volentieri) perché qui a casa non l’avevano mai visto :)
La trama in breve: Bill e Sten sono due ragazzi poco meno che ventenni che decidono di fare insieme un lungo viaggio in auto, poche settimane prima di iscriversi all’Università. Una specie di pausa “sabbatica” prima di rimettersi a studiare, insomma. L’esperienza però si rivela tutt’altro che divertente o rilassante, perché durante il viaggio, mentre transitano per l’Alabama, vengono arrestati e accusati di omicidio. La vittima sarebbe il titolare dello shop della stazione di servizio in cui si erano fermati solo pochi minuti prima. Lì per lì i due ragazzi decidono di confessare, credendo che il reato sia aver rubato dallo stesso shop, ma quando si accorgono di essere accusati di omicidio, cadono nel panico e decidono di ritrattare, dichiararsi innocenti e rivolgersi ad un avvocato. A difenderli arriva da New York un parente, il cugino di Bill: Vincenzo Gambini.
Vincenzo è un tizio molto bizzarro, un tamarro di borgata, poco elegante, alla sua prima esperienza in aula. Non ha mai esercitato prima di allora, ha rifatto più volte l’esame di abilitazione, e per di più non conosce il codice di procedura penale dello stato in cui è chiamato a difendere i due ragazzi. Si dimostra infatti molto goffo nelle prime battute del processo. Per di più, durante la prepazione del dibattimento, non riesce a concentrarsi molto bene, a causa della difficoltà di trovare un posto dove riposare adeguatamente e delle paturne della sua ragazza, che ha deciso di seguirlo in quest’avventura.
Il ruolo dell’avvocato stramboide “from NUOVA IOCCHE” è di Joe Pesci. Meraviglioso. Praticamente perfetto. Anche nell’abbigliamento, oltre che nelle espressioni. Un giorno di questi mi devo decidere a vedere il film anche in lingua originale per apprezzare appieno anche il lessico e la voce.
Marisa Tomei è straordinaria nella parte di Mona Lisa Vito, la ragazza di Vincenzo. Questo ruolo le fruttò addirittura un Oscar come “Miglior attrice non protagonista”.
Ralph Macchio è il de “Karate Kid”. Anche a 31 anni suonati ha la faccia da bamboccione. Interpretazione buona. Da sufficienza.
Valida – forse un filo più di Macchio – la recitazione di Mitchell Whitfield nei panni di Stan, l’amico di Bill.
Grandi applausi poi per le doti di Austin Pendleton che intepreta l’avvocatro d’ufficio di Stan, un legale cialtronissimo che fa lo spaccone ma si rivela del tutto inadeguato in aula. Da antologia la scena in cui balbetta sontuosamente davanti alla giuria impietrita.
Bruce McGill è sempre uno dei più simpatici, anche se qui fa lo sceriffo stronzetto.
Ottima performance poi per Fred Gwynne, qui nei panni del giudice rigidissimo e parecchio stronzo. Un magistrato attento più alla forma che alla sostanza, che gode nel mettere in difficoltà Vincenzo Gambini.
Lane Smith interpreta l’avvocato dell’accusa.
A James Rebhorn andò il ruolo di un tecnico precisetti chiamato dall’accusao a fare da perito durante il processo.
Quella che vedete qui – in alto su questo post – è la locandina ufficiale americana ma io il film l’ho visto sempre doppiato in italiano.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.