Tre colonne in cronaca
di Carlo Vanzina (Italia, 1989)
con Gian Maria Volonté, Massimo Dapporto, Sergio Castellitto,
Demetra Hampton, Tony Sperandeo, Senta Berger, Lucrezia Lante Della Rovere,
Carlo Giuffré, Paolo Malco, Sandro Ghiani, Angelica Ippolito, Gianni Bonagura,
Pina Cei, Joss Ackland, Silverio Blasi, Clara Colosimo, Ivano Marescotti,
Maurizio Mattioli, John Whalley, Carla Monti, Giorgio Trestini, Augusto Zucchi
Milano. Un noto agente di borsa viene trovato morto nel suo appartamento. Inizialmente si pensa ad un suicidio ma bastano pochi dettagli e un sopralluogo a far saltare questa ipotesi: si tratta sicuramente di un omicidio. Ad indagare sul caso c’è un bravo commissario di origini meridionali: Dante Morisi. Con l’aiuto di Urru, il suo braccio destro sardo, Morisi si mette subito al lavoro: inizia a interrogare un po’ di persone che conoscevano il defunto e a visitare i luoghi che era solito frequentare. Ma dopo pochi giorni viene trasferito a Roma su di un incarico meno operativo (a lavorare dietro una scrivania). Il caso viene così passato al commissario Trapani.
Morisi però a Roma si imbatte in alcuni dettagli che lo spingono a continuare la sua investigazione. Un altro omicidio, apparentemente slegato dalla morte su cui stava indagando, e un ombrellino di carta trovato nell’auto della vittima lo inducono a pensare che valga la pena continuare sulla strada che stava per abbandonare. Nelle sue indagini si fa anche aiutare da un bravo cronista di nera, il suo vecchio amico Quinto: un tipo parecchio cialtrone ma anche molto scaltro, sfacciato e impavido.
I due riusciranno a mettere insieme diverse tessere di questo complicato puzzle, che riguarda non solo il mondo dell’alta finanza, ma anche la politica, l’editoria e il terrorismo di matrice araba. Quando saranno ad un passo dalla verità, una forza più grande di loro riuscirà purtroppo ad insabbiare il tutto.
Il baffuto Massimo Dapporto ha il ruolo del commissario Morisi; un tipo sveglio e di poche parole, molto riflessivo. Non ha modi bruschi ma sa come investigare. In taluni casi non si fa scrupoli nell’agire un po’ sopra le righe, senza rispettare tutte le regole che la deontologia professionale gli imporrebbe.
Volonté recita un ruolo molto ambiguo; sornione, sicuro di sè, misterioso, il suo personaggio – Landolfi, il direttore del quotidiano oggetto di scalata – ha lo stessa voce (timbro e flemma) che l’attore usò per interpretare Aldo Moro nel film “Todo Modo”.
Sergio Castellitto è Quinto, il giornalista chiacchierone e caciarone. Passa gran parte del tempo in redazione, se ne va in giro in vespa, sembra un cronista senza grandi doti, invece in più di una occasione dimostra di essere bravo ad indagare. Il caso su cui lavora con Morisi gli farà perdere un auto – a causa di un attentato dinamitardo – e rischiare persino la vita. Per questo ruolo Castellitto vinse anche il Ciak D’oro e il David di Donatello come “Miglior attore non protagonista”.
Sandro Ghiani è Urru, il poliziotto imbecillotto che aiuta Morisi con l’indagine milanese.
Il ruolo di Gaetano Leporino, l’anziano finanziere milanese che appare invischiato nella morte dell’agente di borsa, fu affidato al bravissimo Joss Ackland.
Kim, la giovane e bonissima compagna di Leporino, ha il volto (e il corpo) di Demetra Hampton – ossia l’indimenticabile Valentina dell’omonima serie tv di Italia 1, ispirata all’omonimo fumetto di Guido Crepax.
Spiros Focas è Bassouri, il socio libanese di Leporino.
L’ex moglie dell’agente di borsa è interpretata dalla fascinosa Senta Berger (qui quasi cinquantenne).
A Tony Sperandeo andò la parte di Trapani, il commissario siciliano che prende il posto di Morisi nelle indagini sulle morti avvenute a Milano. Molto divertente questo ruolo: si tratta di un poliziotto iroso che crede che dietro qualsiasi morte ci sia sempre qualcosa di torbido, una relazione clandestina, della gelosia, un movente passionale.
Carlo Giuffré è il senatore di origini campane che muove le fila della scalata al quotidiano diretto da Landolfi (e in cui lavora Quinto).
Ad interpretare Monica Guarini, la fidanzata del figlio di Landolfi, è una giovane Lucrezia Lante Della Rovere.
Maurizio Mattioli ha una sola scena nei panni del guardiano del parcheggio sotto Villa Borghese.
Augusto Zucchi è uno dei tanti giornalisti del giornale di Landolfi.
Ivano Marescotti intepreta il magistrato che autorizza l’arresto di Bassouri su richiesta del commissario Morisi.
Clara Colosimo ha il ruolo della portiera che viene interrogata da Trapani e Morisi sull’omicidio di Leporino.
Questo film è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Corrado Augias e Daniela Pasti.
Il tema della sua colonna sonora (scritto da Ennio Morricone) ricorda molto quello del film “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Non ci credete? Ascoltelo qui.
La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.