Asso

Asso
di Castellano & Pipolo (Italia, 1981)
con Adriano Celentano, Edwige Fenech, Renato Salvatori,
Memo Dittongo, Pippo Santonastaso, Sylva Koscina, Gianni Magni,
Sandro Ghiani, Raffaele Di Sipio, Dino Cassio, Gianni Musy, Francisco Copello,
Elisabetta Viviani, Massimo Buscemi, Armando Celso, John Stacy

Una specie di casanova di nome Asso – così appellato perché bravissimo con le carte da gioco – sposa una donna bellissima, un’ex ballerina di nome Silvia. Il giorno del matrimonio promette alla sua sposa di “mettere la testa a posto”, cioè smetterla con le carte e con il gioco d’azzardo in generale – fino a quel momento il suo pensiero fisso. I buoni propositi ci sono tutti ma la tentazione resta forte. Quella stessa notte, infatti, ottiene da sua moglie una degora alla sua solenne promessa e si reca immediatamente a giocare ad un tavolo importantissimo – la partita della vita – contro uno sfidante ricco e astuto, detto “Il Marsigliese”. La nottata è positiva, Asso ne esce vincitore e pieno di una montagna di denaro ma, mentre torna a casa, viene raggiunto da un killer professionista ed ucciso su commissione.
Fortunato sia al gioco, che in amore, Asso in pratica ha attirato su di sé l’invidia e l’odio di Bretella, un tizio del suo giro di conoscenze, una specie di piccolo malavitoso, titolare dell’omonimo bar sito in un quartiere popolare di Milano. Proprio quel bar in cui Asso si recava spesso a giocare le sue partite di Poker. A Bretella, innamorato di Silvia, non va giù il fatto che Asso sia riuscito a conquistare e sposare la bella ballerina.
Anche da morto, comunque, Asso continua a far visita a sua moglie, anche se sotto forma di fantasma; il suo solo obiettivo ora è far vivere un’esistenza felice alla sua giovane sposa, nonostante la sua assenza, cercando di farla sposare con un’uomo onesto, lavoratore e soprattuto facoltoso. La sua prima scelta è un buffo banchiere occhialuto.

Non si sa perché ma Celentano nei suoi film da protagonista interpreta sempre l’uomo iper affascinante, ai cui piedi cadono donne bellissime. Una costante davvero coriacea a cui – dopo anni – faccio ancora molta fatica a credere.
Edwige Fenech è qui la mogliettina innamorata. Bellissima e voluttuosa – come sempre – in questa cornice da pseudo-gangter movie dà davvero il meglio di sé.
Grande scelta di cast per Bretella, che ha il volto di un anziano Renato Salvatori.
Dino Cassio e Sandro Ghiani interpretano due poliziotti sfaticati e imbranati.
Elisabetta Viviani ha il ruolo della colf a casa di Asso e Silvia, una ragazzetta un po’ svampita.
L’anziano pelato (nonché buffissimo) Raffaele Di Sipio – onnipresente nei film di Adriano Celentano – qui ha il ruolo del regista/coreografo che cerca di insegnare un balletto al corpo di ballo in cui lavora Silvia.
Pippo Santonastaso – come al solito – fa la parte dell’imbranato; questa volto il suo ruolo è quello di Luigi Morgan, ossia il banchiere tontolone molto devoto alla sua defunta moglie. Sylva Koscina interpreta appunto la defunta moglie.
Massimo Buscemi è una delle tante comparse dal volto indimenticabile di cui si contorniava Celentano per i suoi film. Memo Dittongo è un’altra di queste.
Gianni Musy appare in una sola scena nei panni dell’incredulo speaker all’ippodromo.
Uno dei personaggi più simpatici del film, comunque, è il killer professionista, denominato appunto “Sicario” e intepretato dal riccioluto Gianni Magni.

L’allegro tema della cononna sonora, che si chiama “I Adore You”, è composto da Detto Mariano e cantato da Douglas Meakin.

Perché ho rivisto questa commedia? Perché da ragazzo mi è capitato decine di volte di beccarla in tv, ma non sono mai riuscito a guardarla dall’inizio alla fine. E poi in estate credo sia necessario fruire un bel po’ di pellicole leggere.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.