Sistemo l'america e torno

Sistemo l’america e torno
di Nanni Loy (Italia, 1974)
con Paolo Villaggio, Sterling Saint Jacques,
Armando Brancia, Rita Savagnone, Alfredo Rizzo,
Carla Mancini, Christa Linder, Fernando Cerulli

Uno sfigato agente di commercio lombardo – tale Giovanni Bonfiglio – fa un breve viaggio negli Stati Uniti per concludere un affare, ma proprio quando sta per tornare, il proprietario dell’azienda per cui lavora – anche noto come “Il Commendatore” – gli chiede di rimanere qualche altro giorno in loco e gli affida una nuova missione: l’acquisto di Ben Ferguson, una stella afroamericana del campionato studentesco di basket USA. Lo sportivo gli serve come punta di diamante per la squadra italiana di pallacanestro che sponsorizza. Al fine di portare a termine questo contratto, Bonfiglio potrà avvalersi della collaborazione del procuratore italo-americano Alex Biondi, che però si rivelerà presto un cialtrone mettendo in difficoltà l’operazione. Bonfiglio comunque non demorde: dopo aver tranciato i rapporti con Biondi, allontanato anche dallo stesso Ferguson, decide di restare negli States fino a quando avrà la firma sul contratto. Anche perché, se non riuscirà a portare l’atleta in Italia, perderà sicuramente il posto di lavoro. La minaccia del Commendatore – arrivata via telefono – è chiarissima. Il vero problema comunque sarà la reticenza di Ferguson a partire; oltre a non voler lasciare la sua squadra e la sua famiglia, il ragazzo è un membro delle Pantere Nere (violento gruppo di protesta anti-razzista). Tutto ciò finirà per coinvolgere Bonfiglio in un tour per diverse città degli Stati Uniti, un giro assurdo, dispendioso e pericolosissimo tra partite di basket, risse, mostre d’arte afroamericana, scontri con la polizia, aule di tribunale, ville lussuose, sobborghi periferici e fatiscenti, celle di prigione, consolati, ecc. L’agente di commercio sarà così testimone in prima persona di diversi episodi di razzismo ed ingiustizia presenti nella società americana e nel frattempo stringerà una sincera amicizia con Ferguson. Scordatevi però il lieto fine.

Guardando questa pellicola mi sono chiesto: ma Nanni Loy davvero aveva intenzione di raccontare le grandi contraddizioni degli USA? Il razzismo mai del tutto superato? Facendo una commedia? C’era davvero bisogno di inframezzare il drammatico racconto con siparietti in cui Villaggio interpreta il solito impiegato schiavo dei voleri della dirigenza? La scelta tragicomica era d’obbligo?
Ciò detto, Sterling Saint Jacques come giovane cestista è credibile.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.