Bowfinger
di Frank Oz (USA, 1999)
con Steve Martin, Eddie Murphy, Terence Stamp,
Heather Graham, Robert Downey Jr., Christine Baranski, Adam Alexi-Malle,
Jamie Kennedy, Kohl Sudduth, Barry Newman, Marisol Nichols
Bobby Bowfinger è un regista/produttore di circa 50 anni, sfigato e spiantato, in cerca del film giusto per sbancare e diventare famoso. Non ha un soldo in tasca ma vuole comunque cercare di realizzare una pellicola ingaggiando l’attore più noto di Hollywood – tale Kit Ramsey. Sebbene riceva dinieghi da diversi produttori terzi, Bowfinger decide di girare comunque il film, partendo dalla sceneggiatura che ha in mano (un polpettone sci-fi senza senso con protagonisti gli alieni). Per portare a termine la sua impresa si circonda di un nugolo di cialtroni, composto da: attori alle prime armi o incapaci, tecnici-non tecnici (un gruppo di messicani che ha appena attraversato illegalmente il confine con tra California e Messico) e persino uno sceneggiatore/autore. A questi si aggiunge anche una controfigura del protagonista – che poi si rivelerà essere il fratello di Kit Ramsey.
L’assurdità dell’impresa comunque consiste nel fatto che il protagonista non sa di essere nella pellicola, Kit Ramsey insomma viene ripreso a sua insaputa, quasi come se si trattasse di una candid camera. Anche quasi tutto il cast del film viene tenuto all’oscuro di questa faccenda, in quanto il regista dice loro che Kit è una superstar talmente inavvicinabile che preferisce non interagire mai con i suoi colleghi sul set.
Basta mettere insieme due pezzi da 90 della comicità americana per fare un buon film? Ovviamente no. La commedia funziona – più o meno – ma solo fino a un certo punto. Di comicità vera ce n’è davvero poca. Le scene più simpatiche sono quelle in cui Kit Ramsey – dignitosamente intepretato da Eddie Murphy – si spaventa a morte, perché crede di essere oggetto di attenzioni particolari da parte di alieni venuti sulla Terra sotto sembianze umane, una fissazione peraltro presente nella sua mente malata, ancor prima dell’inizio della lavorazione del film.
Caruccio pure lo sfottò a Scientology, qui rappresentato ovviamente con nome diverso, e ai suoi fulminati seguaci provenienti dal dorato mondo dello showbiz. Il ruolo del capo carismatico della setta è affidato qui al bravissimo Terence Stamp.
Bobby Bowfinger è ovviamente Steve Martin – qui purtroppo non al massimo della forma. A dire il vero, è probabile che Martin abbia girato questa pellicola da co-protagonista con Murphy solo per battere un po’ cassa e per tornare nel “giro grosso” delle commedie delle major hollywoodiane – cosa peraltro non credo pienamente riuscita. C’erano tempi (i primi anni ’90) in cui il suo nome da solo sulla locandina garantiva incassi astronomici e/o apprezzamento di pubblico alle stelle. Comunque il soggetto e la sceneggiatura di questa pellicola sono lavoro suo.
Spiace che il regista sia Frank Oz, ossia lo stesso di buoni film come “Due figli di…”, “In & Out” e “Funeral Party”.
Apprezzamenti per Heather Graham che in questo film ha accettato il ruolo di un’attricetta finto-svampita che arriva dalla profonda provincia e che cerca di fare carriera rapidissimamente andando a letto con tutti quelli che crede possano darle opportunità o visibilità.
Robert Downey Jr. ha due o tre scene nei panni di produttore cinematografico di grande successo – tanto elegante e raffinato, quanto snob.
A Christine Baranski il ruolo della co-protagonista femminile nel film di Bowfinger; molto brava nell’interpretare un’attrice cagna – e decisamente metta – che crede di essere una grande artista
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.