Ho sposato un fantasma

Ho sposato un fantasma
(All of me)
di Carl Reiner (USA, 1984)
con Steve Martin, Lily Tomlin, Victoria Tennant, Eric Christmas,
Richard Libertini, Dana Elcar, Selma Diamond, Jason Bernard

L’anima di Edwina Cutwater, un’antipatica signora piena di soldi, finisce nel corpo di Roger Cobb, un avvocaticchio di 38 anni che suona per hobby in un’orchestrina jazz, prendendo possesso di tutta la sua parte destra. La cosa ovviamente sarà causa di giganteschi problemi per Roger, che ambirebbe a sposare la figlia del suo capo e diventare socio dello studio di avvocati per cui lavora.
A complicare le cose ci sono poi due grossi problemi: 1. Edwina Cutwater avrebbe voluto finire nel corpo di una giovane ed avvenente ragazza (la figlia dello stalliere), la quale però finge di essere d’accordo solo per ereditare le ricchezze della morta. La sua anima comunque deve essere infilata nel corpo cui era originariamente destinata; 2. a Roger viene assegnata la causa di divorzio tra la madre della sua ragazza e suo marito – che poi sarebbe il capo di Roger. Una causa che va vinta a tutti i costi, pena il licenziamento.

All of me (frame)
Fotogramma dal film.
Fonte: thatmomentin.com

Per dare un’occhiata al trailer originale potete cliccare qui.

Steve Martin e Lily sono due attori eccellenti.
Lei è straordinaria nei panni della fastidiosa e viziatissima signora che ha sempre avuto tutto dalla vita – tranne che la salute.
Ma lui è FE-NO-ME-NA-LE, forse anche più di lei, perché non recita solo con la voce e le espressioni del volto, ma con tutto il corpo. Letteralmente. Non dev’essere stato semplice rendere credibile un corpo dominato da due anime differenti che si fanno la guerra internamente. Mi risulta anche difficile descrivere questa cosa a parole, bisogna guardare il film per rendersi davvero conto di quando bravo sia stato Martin nell’interpretare un tizio che si muove goffamente perché il suo cervello manda implusi diversi e scordinati ai suoi arti. Credetemi.
A Victoria Tennant il ruolo dell’inglesina molto carina ma stronzetta, in pratica una serpe allevata in seno, che pensa solo agli agi derivanti dalla ricchezza ereditata dalla signora che è passata a miglior vita (si fa per dire). Signora che per tutta la vita ha invidiato, in quanto datore di lavoro di suo padre (il timido stalliere di palazzo – interpretato da Eric Christmas).
Voto alto per il buffissimo Richard Libertini nei panni di Prahka Lasa, ossia il santone rincoglionito di origine asiatica che agisce come trasmigratore di anime. Uno dei personaggi più divertenti del film. La gaffe del trillo del telefono confuso con il rubinetto del bidet è meravigliosa.
Voto alto anche per la recitazione di Dana Elcar, che qui interpreta Burton Schuyler – il capo di Roger, nonché suo possibile suocero, nonché fedifrago seriale. Personaggio ipocrita, laido, approfittatore, ricattatore, mentitore seriale… eppur simpatico.
Buona prova poi anche per Jason Bernard, che ha il ruolo di Tyrone: un cieco afroamericano amico di Roger e suo compare nella jazz band.
Parecchia sipatia la fa anche Selma Diamond nei panni dell’anziana e impassibile segretaria di Roger.

Vidi questo film da ragazzino e mi piacque un sacco. Per questo ho deciso di rivederlo (a distanza di più di 25 anni). Ho sempre amato le commedie con Steve Martin, sin dai tempi di “Due figli di…”, “Pazzi a Beverly Hills”, “Un biglietto in due” e “Roxanne”. Ai tempi era davvero uno dei miei attori preferiti.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.