Le finte bionde

Le finte bionde
di Carlo Vanzina (Italia, 1989)
con Cinzia Leone, Guido Nicheli, Paola Quattrini, Licia Colò,
Antonello Fassari, Maurizio Mattioli, Francesca Reggiani,
Alessandra Casella, Sergio Vastano, Emanuela Rossi, Pino Insegno, Alberto Lionello,
Isaac George, Massimo Wertmüller, Cinzia Bonfantini, Lucia Stara, Riccardo Rossi,
Claudia Cavalcanti, Paolo Baroni, Vincenzo Crocitti, Claudio Fattoretto

Uno spaccato dissacratorio della medio borghesia romana, tra tamarrate, volgarità e snobismo di bassa lega. Vanzina mette sotto la lente un gruppo di amici alquanto eterogeneo, una specie di comitiva allargata formata da diverse coppie, ciascuna delle quali rappresenterebbe un idealtipo. C’è la coppia fissata con i videotape e i televisori, quella che passa tutto il tempo ad organizzare le vacanze, quella che si indebita pur di cambiar quartiere, quella di bottegai che – essendo schiava del proprio lavoro – non riesce a godersi il denaro guadagnato, ecc. Tutti comunque hanno come ambizione principale quella di migliorare il proprio status sociale, di distinguersi il più possibile dalla gente comune (i poveracci insomma) e di apparire migliori dei propri amici. “Apparire” è proprio il verbo che potrebbe meglio riassumere il motore che muove le vite di questi personaggi.

Il titolo del film si riferisce ovviamente alla tinta dei capelli delle signore protagoniste.
La pellicola è ispirata all’omonimo libro di Enrico Vanzina.
Da segnalare la fastidiosa voce narrante di Alberto Lionello.

Cinzia Leone ancora una volta recita sopra le righe; certo, è una commedia, ma ogni sua scena decade in farsa appena apre la bocca o lancia un’occhiata.
Sergio Vastano (che ha il ruolo suo marito) mette in scena il personaggio che l’ha reso famoso nella trasmissione “Drive In”, ossia il calabrese che cerca darsi un tono sfoggiando un lessico che non gli appartiene.
Guido Nicheli interpreta al solito il cummenda. Perfetto dunque, come sempre, nel ruolo di Roberto, il milanese tamarro che si vanta del suo status a ogni pie’ sospinto.
A Paola Quattrini la parte di Giovanna: una cretinetta che non riesce non interrompere i racconti di suo marito.
Il grandissimo Maurizio Mattioli interpreta un famoso ristoratore molto ammanicato con la “Roma che conta”; sua moglie Mara – fissa alla cassa del locale – ha il volto di Lucia Stara.
Pino Insegno ha la parte di un giovane tamarro molto focoso.
Isaac George per l’ennesima volta veste i panni del maggiordomo di origini africane (esattamente come in “I Ragazzi della Terza C”).
Massimo Wertmüller e Alessandra Casella mettono in scena invece le litigate davanti al legale di una giovane coppia che sta divorziando.
Buona prova ci recitazione – ovviamente – anche per Antonello Fassari.

La colonna sonora è piena di brani di successo degli anni ’80, come ad esempio “Hey bionda” di Gianna Nannini, “Ma la notte no” di Renzo Arbore, “Un’estate al mare” di Giuni Russo, “Don’t Worry, Be Happy” di Bobby McFerrin e “Yuppies” di Luca Barbarossa. Le musiche originali sono invece di Antonio e Marcello (sì, la coppia di musicisti da piano bar che un tempo era presenza fissa nella trasmissione “I fatti vostri” e “Quelli della notte”).

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it, quella di MyMovies.it e quella di Davinotti.com.

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