La supertestimone

La supertestimone
di Franco Giraldi (Italia, 1971)
con Monica Vitti, Ugo Tognazzi, Orazio Orlando,
Franco Balducci, Véronique Vendell, Nerina Montagnani

La polizia indaga sulla morte di una prostituta di nome Tiziana. Quando viene ritovato il corpo della giovane donna, una delle prime persone ad essere interrogate è il suo uomo, tale Marino Bottecchia, detto “Mocassino” a causa della sua passione/fissazione per le scarpe. Il sospetto che sia lui il carnefice c’è, ma non ci sono delle vere prove a suo carico, per di più l’uomo, che si dichiara innocente, fornisce un alibi di ferro e riesce difendersi abbastanza bene dalle accuse di chi lo interroga.
Questo almeno finché non appare dal nulla Isolina Pantò, una donna che accusa con veemenza Bottecchia di essere l’assassino di Tiziana, dichiarando di averlo visto la sera del delitto proprio sulla scena del crimine e di averlo riconosciuto dalle foto pubblicate sui giornali. La Pantò è una maestrina sui 30 anni che gestisce un piccolo asilo privato, una zitella (oggi diremmo “single”) che mostra alcune turbe o comunque fa trasparire un difficile rapporto con gli uomini. Sotto un ostentato velo di castità e rettitudine morale, si avverte un languidissimo desiderio – mai appagato – di giacere carnalmente con un uomo.
Alcuni mesi dopo la condanna all’ergastolo per il Bottecchia, Isolina si accorge di aver commesso un gigantesco errore. Un’amica infatti le fa notare che la sera in cui ha visto l’accusato sul luogo del delitto non era il giorno della morte della prostituta ma quello prima. A questo punto i sensi di colpa montano a tal punto in Isolina da spingerla a far enormi pressioni sul giudice affinché riapra il caso. La sua caparbia ha così la meglio: il processo si rifà e Marino Bottecchia viene scagionato dall’accusa di omicidio, anche se rimane ugualmente in carcere, perché pendono su di lui altre condanne minori tra cui sfruttamendo della prostituzione (era pur sempre l’accertato protettore della vittima).
Isolina comunque non si dà pace, vorrebbe essere perdonata dall’uomo che ha mandato dietro le sbarre, per cui inizia ad andarlo a trovare in carcere. Lui si mostra dapprima restio a queste forme di cortesia – apparentemente insincera – ma poi accetta di buon grado questi piccoli sprazzi di compagnia e umanità provenienti dall’esterno della casa circondariale in cui è rinchiuso. Insomma Isolina prende a fare visita regolarmente a Marino – anche quando questi viene trasferito molto lontano, nel carcere di una piccola ed impervia isola – e tra i due pian piano nasce un sentimento. Il rapporto di amicizia e affetto si trasforma cioè in amore e li porta a sposarsi. A interporsi al loro amore però non ci saranno solo le sbarre del carcere ma tutta una serie di cause interne ed esterne. Quando poi Marino finirà di scontare la pena e i due riusciranno finalmente a “consumare” il matrimonio, l’assurda magia del loro amore si rivelerà del tutto svanita e il cerchio potrà mestamente chiudersi.

La supertestimone (frame) Un fotogramma dal film (Fonte: chroniqueducinephilestakhanoviste.blogspot.itWikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.