Smetto quando voglio – Masterclass
di Sydney Sibilia (Italia, 2017)
con Edoardo Leo, Valeria Solarino, Stefano Fresi,
Greta Scarano, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo,
Giampaolo Morelli, Pietro Sermonti, Lorenzo Lavia, Marco Bonini,
Rosario Lisma, Luigi Lo Cascio, Francesco Acquaroli
Secondo episodio della della commedia corale “Smetto Quando Voglio” – che ormai è da considerarsi trilogia.
Non credevo fosse possibile ma questo mi è sembrato perfino più divertente del primo. Fidatevi dunque dello strillo presente su alcuni manifesti promozionali.
Pare che Sibilia abbia scritto la sceneggiatura di questo episodio insieme a quella del terzo (che si chiamerà “Smetto quando voglio – Ad honorem”), un blocco unico, insomma, una storia che non si concluderà presto.
Torna dunque la “Banda dei ricercatori” con la missione di farci divertire il più possibile.
Il leader – Pietro Zinni – che si trova dietro le sbarre per ciò che ha combinato nel primo episodio, la rimette in piedi per necessità. La polizia – nella persona del – gli chiede infatti di tornare in attività per trovare altre bande che producono droghe di sintesi, non ancora dichiarate illegali, e sgominarle. Con lui ci saranno tutti i compari della prima avventura – dunque altri sfigati quasi-quarantenni laureati – più altri tre personaggi che definire “freak” è poco: uno vende armi di nuova concezione a guerriglieri africani, un’altro è un preparatissimo anatomista, nonché agilissimo atleta, che è dovuto fuggire in Asia perché ha abusato delle sue conoscenze e della sua forza fisica, mentre il terzo è un bizzarro avvocato che opera esclusivamente nello Stato del Vaticano.
Portare a termine il compito che è stato loro assegnato non sarà affatto semplice per Pietro e i suoi compari per tre semplici ragioni:
1. sono sempre i soliti cialtroni, che affrontano qualsiasi situazione con grande incoscienza, ingenuità e impreparazione;
2. il Commissario che li ha ingaggiati – tale Paola Coletti – ha agito di testa sua, in completa autonomia, ossia senza l’avvallo dei suoi superiori;
3. la banda deve agire in incognito, il che significa che i suoi componenti non possono parlare con anima viva della loro missione, sebbene sia un’operazione a fin di bene. In particolar modo, Pietro non può dire alla sua compagna Giulia (che è incinta) il motivo per cui improvvisamente può godere di svariati permessi per uscire dal carcere.
L’incrocio di queste tre incognite, più vari fattori esterni – come il rapportarsi con altre bande di malviventi, la nascita del figlio di Pietro, la location scelta per il covo, i mezzi che usano per portare a termine la missione, ecc. – porterà ad un risultato davvero esilarante.
Perché vi consiglio di vedere questa pellicola? Perché fa ridere. Davvero.
Come ha scritto il mio amico Colasanti su Facebook “Questo è scritto meglio, girato meglio, con più soldi e recitato benissimo”. Come non sottoscrivere?
Leo, Fresi, Calabresi, De Rienzo, Aprea, Lavia e Sermonti sono validissimi. Recitano bene esattamente come nel primo episodio. La banda funziona alla perfezione, ognuno al suo posto, ognuno a suo modo riesce ad essere simpatico. Personaggi scritti bene e intepretati meglio.
Valeria Solarino risulta molto valida nel ruolo della compagna del capobanda cialtrone: una ragazza già nei guai (per il fatto di dover crescere un bimbo da sola) che non riesce proprio a credere alle panzane che le racconta l’uomo che ama e che è finito in carcere per una storia tanto assurda.
Greta Scarano forse è quella che convince di meno; troppo giovane per il ruolo da commissario Coletti. Molto più azzeccato invece Francesco Acquaroli nei panni del commissario Galatro (il capo di Coletti), un personaggio più rude, spigoloso, pragmatico, recitato con il giusto accento e il giusto tono di voce.
Il personaggio di Giampaolo Morelli è forse il più divertente fra i 3 nuovi acquisti della banda: un imbonitore napoletano linguacciuto che non sa badare nemmeno alla sua pellaccia.
Il super-atletico anatomista Giulio Bolle, che poi è quello che mena le mani, ha il fisico e la faccia di Marco Bonini. File under: il più figo della cumpa.
Rosario Lisma è Vittorio, l’avvocato della gang: fortemente voluto da Pietro Zinni, ha una faccia simpaticissima, cerca di mettere il suo zampino negli accordi tra polizia e banda, ma sostanzialmente non serve a nulla. I suoi sorrisi sono contagiosi.
Del personaggio interpretato da Luigi Lo Cascio non dico nulla per non fare attività di spoiling.
La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.