Il centodelitti

Il Centodelitti
di Giorgio Scerbanenco
Garzanti, 1970
415 Pagine – Euro 15,81

100 racconti che narrano di crimini e criminalità, ma soprattuto di cattiveria umana. Di situazioni brutte in cui il protagonista è vittima o carnefice o – come terza alternativa – è strumento inerme nella mani del caso.
La bellezza di questa raccolta sta tutta nel lessico e la sintassi usata dall’autore, un linguaggio asciutto, senza fronzoli, preciso e asettico, freddo, decisamente distaccato, sostenzialmente privo di valutazioni di carattere morale. Mi verrebbe quasi da dire che il vero criminale qui è Scerbanenco, nel senso che fende l’anima del lettore con racconti di un realismo vivido, madidi di sentimenti quali la perfidia, la follia, la passione, l’insofferenza, l’odio, la vendetta, la vergogna, la strafottenza, la tracotanza, l’abnegazione, il rimorso, ecc.
Si tratta di storie parecchio brevi, anzi brevissime. Gran parte dei racconti non va oltre le due pagine. L’intero tomo si legge in un paio di giorni, insomma, anche se io ci ho messo di più (come al solito).
Finito di leggere questi 100 racconti, ho avuto subito voglia di leggerne altri 100.

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