Io e mia sorella

Io e mia sorella
di Carlo Verdone (Italia, 1987)
con Carlo Verdone, Ornella Muti, Elena Sofia Ricci,
Galeazzo Benti, Tomas Arana, Mariangela Giordano,
Tom Felleghy, Veronica Lazar, Maurizio Fardo

Carlo e Serena Piergentili vivono a Spoleto in una grande casa. Sono entrambi muscisti dal temperamento mite e gentile, sono sposati e felici. La loro tranquilità viene interrotta però dall’arrivo di Silvia, la sorella di Carlo. Dopo essere scomparsa per anni, senza dare grosse notizie di sé ai suoi familiari, Silvia si presenta quasi inaspettatamente al funerale della sua anziana madre, che viveva a Spoleto con Carlo, e inizia a creare guai a tutte le persone con cui entra in contatto – suo fratello in primis.
Carlo si sente ancora molto legato a Silvia, per cui cerca di riavvicinarsi a lei, di rientrare nella sua vita, ma stare dietro a questa sorella scapestrata è impresa avvero ardua. Silvia non fa che trasferirsi da una città all’altra e scappare da tutti gli uomini che incontra e che per lei perdono la testa (tuffatori, musicisti rock, anziani avvocati, ecc.)
Per stare dietro ai capricci di Silvia, Carlo si lascerà coinvolgere persino nel rapimento di un minore – il bambino che la ragazza ha avuto con Gábor, un tuffatore ungherese ormai paraplegico – e finirà per trascorrere così tanto tempo via da casa che sarà definitivamente abbandonato da sua moglie.

Una commedia agrodolce in cui Verdone analizza il rapporto fratello-sorella, un tema affrontato nuovamente qualche anno dopo nel film “Al lupo Al lupo”.
Ornella Muti è praticamente perfetta nel ruolo della sorella stronza, un’eterna immatura e indecisa, una peter pan in versione femminile che fugge dalla noia, dalle responsabilità e che non si decide a crescere. Verdone la tratteggia anche un po’ zoccola (ma fortunatamente non è la caratteristica principale).
Per sé il regista ha tenuto il solito ruolo da bonaccione/bambascione che non sa dire di no; Carlo Piergentili è un uomo che non riesce a staccarsi dalla famiglia, che soffre all’idea di mettere Silvia di fronte alle sue responsabilità e ad allontanarla definitivamente dalla sua vita.
Elena Sofia Ricci interpreta Serena, la moglie di Carlo: una donna apparentemente pacifica e accomodante ma che cova odio profondo verso sua cognata. Non riesce a perdonare a Silvia il fatto di essere scomparsa per anni (prima) e di essere la causa (poi) di tutti i guai in cui si va a cacciare suo marito.
Il distinto e barbuto avvocato di Milano che perde la testa per la vivace spensieratezza della giovane Silvia, pur avendo una famiglia e 60 anni suonati, ha le fattezze del grande Galeazzo Benti.
A Mariangela Giordano il ruolo dell’infermiera ungherese, ninfomane e ultra-quarantenne, che si lascia sedurre da Carlo.
Tomas Arana ha il ruolo dell’ex tuffatore sulla sedia a rotelle, nonché ex compagno di Silvia e padre del piccolo Zoltán (il figlio di Silvia): un uomo ormai rassegnato alla sua condizione che non porta rancora alla sua ex-fiamma e che è disposto a tutto pur di affidare suo figlio alla madre.
Maurizio Fardo interpreta il violento e frustrato ex-marito di Silvia, un tizio triste e pelato di Spoleto che non riesce ad accettare il fatto di essere stato mollato.
Veronica Lazar fu scelta per il ruolo del giudice incazzoso e intransigente.

Nota: nel 1988 questo film vinse parecchi premi come Nastro d’argento, Globo d’oro, Ciak d’oro e David di Donatello. Per approfondimenti in merito cliccate qui.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.