Il verro ruffiano

Il verro ruffiano
di Maurizio Milani
Baldini & Castoldi, 2016
EAN: 9788868525538
Pagine – 12,75 Euro

Devo dire la verità: sono un grande fan di Maurizio Milani ma questo il vero ruffiano non mi ha convinto fino in fondo, né mi ha divertito del tutto.
Si tratta di un testo pressoché monotematico in cui l’autore discetta quasi esclusivamente di un vero maiale da monta, grosso, grasso, di forza spaventosa e con sembianze umane, ma purtroppo – spiace dirlo – è proprio questo tema a non funzionare molto. Le avventure del maiale spropositato e forzuto sono buffe, ma neanche tanto; il punto su cui il narratore insiste, e che si ripete davvero molto spesso, è la stranezza di un suino che spacca qualsiasi cosa incontri. Nel riportare questi aneddoti, tutti sostanzialmente simili, si rischia perciò quasi la noia. Insomma i racconti del verro ruffiano – che ha il nome di Vasco – non sono proprio divertenti come i soliti pezzi di Maurizio Milani. Qualcosa non va. La narrazione funziona sicuramente meglio, invece, quando l’autore torna a parlare di circo, innamoramenti, fiere del bestiame e altre stramberie.
Vi faccio un semplice esempio riportando qui sotto parte del racconto scritto a pagina 160.

Il Comune ci ha dato la licenza di Barberia notturna. Esercitiamo qui nell’ex luogo FAI (Fondo Ambientale Italiano). Tanti si lamentano perché non siamo diplomati, però almeno siamo drogati.
Per cui chiediamo al Comune di Milano di darci la licenza per aprire una narcosala (la stanza del buco). Quelle che ci sono adesso stanno aperte dalle 9:00 alle 14:30. Io mi drogo di notte per cui non ne ho mai usufruito, pur essendo un cittadino milanese.
Poi certe narcosale tuttora in attività sono in zone che devo prendere due mezzi pubblici, per cui mi drogo dietro la prima siepe che trovo.
Ma vediamo insieme cosa succede fra me e un’impiegata della narcosala.
«Buongiorno! Sono un drogato, vorrei drogarmi».
Impiegata della Marco sala: «Prego, si accomodi, siamo qui per questo. Tanto che c’è, vuole firmare una petizione contro il global warming».
Io: «Senta, sono venuto qui per drogarmi non per fare offerte a quelli del no profit. Piuttosto è vero che qui le case sono andate giù di prezzo da quando in zona c’è la narcosala?»
Impiegata della narcosala: «A me non interessa, basta che a fine mese ho il mio salario».
Esco e parlo con un cittadino.
Io: «Siete contenti di avere una stanza del buco qui»?
Cittadino: «Io moltissimo, avevo due negozi vuoti li ho affittati al Comune per farcela narcosala».
Io: «Ma così non sfioriamo il 3% della spesa?»
Cittadino: «A me interessa a fine mese che il Comune mi paghi l’affitto, per il debito può anche portare al 500% il rapporto deficit/PIL».
Io: «Grazie, posso usare questa intervista e pubblicarla sul Foglio.it?»
Cittadino: «Ma certo, purché vada avanti a drogarsi, sennò finisce il negozio».

Maurizio Milani

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