I laureati
di Leonardo Pieraccioni (Italia, 1995)
con Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini, Alessandro Haber,
Rocco Papaleo, Gianmarco Tognazzi, Maria Grazia Cucinotta,
Manuela Arcuri, Elisabetta Cavallotti, Tosca D’Aquino,
Sabrina Knaflitz, Barbara Enrichi, Evelina Gori, Narciso Parigi
Firenze, primi anni ’90. Quattro universitari ultra-trentenni condividono un appartamento. Leonardo ha divorziato pochi mesi dopo essersi sposato, Rocco fa il metronotte per pagarsi gli studi, Pino tenta la carriera da cabarettista, mentre Bruno è iscritto all’università solo per far piacere alla famiglia di sua moglie e nel frattempo intrattiene una torbida e squallida relazione extra-coniugale con sua cognata (la sorella di sua moglie).
“I laureati” racconta le loro storie, ex-ragazzi ormai cresciuti che però non vogliono diventare adulti. Insomma la solita questione di personalità alla Peter Pan. Pieraccioni porta in scena quattro idealtipi: il cazzeggione, il meridionale iper-tradizionalista, il sognatore (che non riconosce i propri limiti) e il mantenuto-arrampicatore sociale e li rappresenta nel momento chiave del passaggio all’età delle scelte e della responsabilità.
A mio avviso, questo è uno dei migliori film di Pieraccioni, insieme ovviamente a “Il ciclone”. Memorabile la scena della fuga dal ristorante dei 4 protagonisti, finalizzata a gabbare il cameriere e non pagare il conto, e quella in cui Leonardo, fingendosi impresario, mercanteggia il compenso per la prima apparizione di Pino in tv. Comunque la pellicola è tutta costellata da piccole battute ben scritte (ed interpretate) che strappano più di qualche sorriso.
Pieraccioni si è riservato il ruolo di Leonardo, il solito bravo ragazzo che perde la testa per la bellona di turno (che qui ha la faccia e il corpo di Maria Grazia Cucinotta). A differenza degli altri film dello stesso regista, però, qui il protagonista non riesce a spuntarla sull’oggetto del suo desiderio.
La donna di cui Leo si innamora – Letizia – è peraltro la sorella del suo coinquilino Rocco (interpretato da Rocco Papaleo): un tizio indolente, un po’ pigro e pavido, alquanto fissato con l’ordine e la famiglia.
La parte dello straombide con ambizioni da cabarettista andò a Ceccherini, amico di Pieraccioni da una vita e peraltro cabarettista/attore comico anche nella vita reale. In questo personaggio (Pino) è ovvio che l’autore ci abbia messo molto della sua esperienza da cabarettista, avendo egli esordito nel mondo dello spettacolo proprio con questo mestiere.
Bruno, il personaggio più stronzo e snob della comitiva, fu affidato a Gianmarco Tognazzi. Forse all’epoca era quello che meglio poteva impersonare il giovane rampante che cerca di farsi strada nella borghesia imprenditoriale fiorentina, attraverso una strategia più o meno subdola (cioè mettendosi con la figlia di un uomo ricco). L’umanità di questo personaggio – potenzialmente negativo – viene fuori attraverso la tresca che intrattiene con la cognata, una situazione borderline che comunque, in un certo senso, va a bilanciare il passato arrivista del giovane.
Alessandro Haber ancora una volta straordinario: dà grande profondità al personaggio del saggio professore – nonché amico di Leonardo – che, stufo di una vita semplice e mediocre, decide di fare follie e provare tutto ciò che non ha mai avuto il coraggio di affrontare.
Tosca D’Aquino interpreta Anna, una ragazza campana che cerca uomini da sedurre e coinvolgere in un ambiguo ménage à trois.
Manuela Arcuri ha una sola piccola scena nei panni di un’avvenente ragazza che si presenta ai provini per un ruolo da soubrette.
La toscanaccia Barbara Enrichi interpreta Sonia, la ragazza di Pino.
Evelina Gori è Giulietta Sperandei, la sboccata nonna della moglie di Bruno.
Il soggetto e la sceneggiatura de “I Laureati” sono dello stesso Pieraccioni e di Giovanni Veronesi.
La colonna sonora è a cura degli Audio 2.
La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
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