Piccoli omicidi tra amici

Piccoli omicidi tra amici
(Shallow Grave)
di Danny Boyle (Gran Bretagna, 1994)
con Ewan McGregor, Kerry Fox, Christopher Eccleston,
Colin McCredie, Keith Allen, Ken Stott, Colin McCredie,
Peter Mullan, Gary Lewis, Jean Marie Coffey, Leonard O’Malley

Edimburgo, primi anni ’90.
Juliet (dottoressa), Alex (giornalista) e David (commercialista) sono sono tre coinquilini stronzetti quasi-trentenni che si divertono a fare le selezioni per prendere in casa con loro una quarta persona con cui dividere le spese. Dopo aver visto e sbeffeggiato decine di candidati, la scelta cade su di Hugo: un tizio strambo e più anziano, forse un po’ rude ma serio e risoluto, insomma qualcuno che, tutto sommato, sembra andare loro a genio.
Il nuovo coinquilino arriva a casa con una sola misteriosa valigia e si piazza nella sua camera. Si chiude dentro per tre giorni di fila senza comunicare con anima viva e non accenna a voler uscire. Non risponde nemmeno alle domande dei suoi coinquilini. Al che, insospettiti, Juliet Alex e David sfondano la porta, entrano finalmente in camera e scoprono con sommo stupore che Hugo – un tizio di cui nulla sanno – è diventato un cadavere, per di più nudo. Il nuovo silenzioso conquilino sembra essersi suicidato per sbaglio durante un gioco di autoerotismo. La “buona” notizia comunque è che nella valigia Hugo nascondeva tantissimi soldi. Ma proprio tanti. Che fare dunque del cadavere? E dei soldi? Nessuno vuole chiamare la polizia, anche (e soprattutto) perché questo significherebbe separarsi dal malloppo. I i tre giovani – seppur inizialmente pavidi – ormai presi dalla cupidigia, si fanno ben presto coraggio e decidono di occultare il corpo. Nessun vuole occuparsi però della rogna, per cui tirano a sorte. Il caso vuole che sia David a sezionare il cadavere in più parti e a seppellirlo in una fossa nel bosco.
Questo macabro passaggio della vicenda segnerà per sempre le vite dei tre giovinastri. David resterà talmente scosso dall’atto che ha compiuto da trasformarsi completamente. Da pacato e raziocinante contabile quale era si trasformerà in una specie di orco, sospettoso, violento e pieno di ossessioni. Come prima cosa si impossesserà della valigia del morto, credendo che tutto il denaro gli spetti di diritto, e la porterà con sé nel controsofitto dell’appartamento, un luogo buio, angusto e polveroso dove decide di stabilirsi a vivere. Juliet e Alex, sorpresi da questo repentino e allucinante cambio di personalità, cercheranno di far ragionare David, ma senza successo. Più che la salute mentale dell’amico, il vero obiettivo che vogliono raggiungere è mettere le mani sulla parte di bottino che ritengono spetta loro.
Le cose si complicano comunque per tre principali ragioni:
1. tra Juiet e David c’è sempre stata una certa tensione sessuale (che a questo punto la ragazza cerca di sfruttare a suo favore);
2. i compari di Hugo cercano di recuperare il denaro.
3. la polizia scopre il cadavere di Hugo.

Fu questa la pellicola che segnò il debutto alla regia di Danny Boyle.
Fu questa anche la pellicola che lanciò la carriera di Ewan McGregor. Certo, non tanto quanto “Trainspotting”, ma mostrò al mondo al di fuori del Regno Unito quanto il roscio Ewan fosse in gamba nel ruolo del giovane scavezzacollo.
Comunque, se McGregor è bravissimo (e, credetemi, lo è) lo sono altrettanto anche gli altri due attori co-protagonisti.
Kerry Fox dà il meglio di sé quando sfruttando il suo ascendente sugli uomini di casa cerca di uscire vincitrice da questa situazione ingravescente che in poco tempo si è tramutata in una vera guerra “tutti contro tutti”.
Christopher Eccleston sembra nato per fare la parte dello psicopatico con l’aspetto da medio-man.

Al di là della validissima interpretazione dei tre giovani attori, la grandezza del film (ideato e sceneggiato da John Hodge) risiede nella meraviglisoa trasformazione da commedia giovanile cazzara a thriller di primissimo livello. Si passa in poco tempo, ma per gradi, con sfumature di diversa intensità, da una pellicola piena di ironia caustica e dissacratoria a una vera storia di paura. Qualcosa che può riuscire persino a mettere i brividi a parecchi spettatori, una roba che sarebbe piaciuta anche ad Alfred Hitchcock. La trama peraltro è molto originale, per cui c’è davvero da alzare il cappello di fronte a cotanta creazione.
Voto 9. Non sbaglia chi l’ha definito “piccolo gioiello della black comedy”.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.