Anni ruggenti

Anni ruggenti
di Luigi Zampa (Italia, 1962 )
con Nino Manfredi, Gino Cervi, Gastone Moschin,
Michèle Mercier, Salvo Randone, Rosalia Maggio, Linda Sini,
Angela Luce, Giuseppe Ianigro, Carla Calò, Giulio Marchetti,
Dolores Palumbo, Mario Pisu, Fanfulla, Enzo Petito,
Anita Durante, Ruggero Pignotti, Lino Crispo, Alfredo Rizzo

Divertentissima commedia che irride gli anni del Fascismo. Una satira lucida e pungente che racconta gli atteggiamenti più ipocriti e farseschi (se non proprio truffaldini) degli Italiani durante il Ventennio.

1937. Un giovane assicuratore di Roma – tale Omero Battifiori – si reca in un paesino pugliese per cercare di sottoscrivere un bel po’ di polizze. Arrivato nel posto trova una strana accoglienza, molto calda, del tutto insensata ed inaspettata. A causa di un malinteso, infatti, il podestà del luogo crede che Battifiori sia un gerarca del Partito Fascista, mandato in incognito a fare una verifica politico-amministrativa. Dal momento che in zona il malaffare regna sovrano, le principali autorità del paese (Podestà, segretario politico, direttore dell’ospedale, direttore della scuola e consultore di strade e giardini), facendosi aiutare dall’intera comunità, cercheranno di nascondere tutte le magagne di cui si sono resi responsabili, nel goffo tentativo di mostrare una situazione del tutto diversa dalla realtà. Secondo i loro piani, arruffianarsi l’ispettore potrebbe significare non solo sventare eventuali problemi legali, ma anche guadagnare maggiori vantaggi – econonomici e non – da parte del partito.
Inutile dire che il tutto si trasformerà in una serie di esilaranti gag, alcune anche dal sapore molto amaro. La realtà che traspare dal racconto, infatti, è quella di un paese – e per estensione di tutto il Meridione d’Italia – mantenuto in stato di estrema povertà a causa delle ruberie perpetrate da chi ha amministrato il potere (e quindi il denaro).

Nino Manfredi interpreta meravigliosamente (come al solito ovviamente) l’assicuratore: un simpatico gigione che sulle prime si trova spiazzato dall’inspiegabile comportamento dei locali. A diverse sue battute ho riso a crepapelle.
Il personaggio di Gino Cervi (il podestà) è un concentrato di protervia e ignobiltà. Ogni espressione sottolinea meravigliosamente lo stato di chi sente di rischiare molto, di chi sa di essere colpevole e di aver approfittato, di chi sa di non meritarsi il potere e il rispetto che ha, ma non vuole perdere la battaglia fino all’ultimo. Meraviglia.
Gastone Moschin è Carmine Passante, il goffo responsabile politico. Un tizio inetto e fifone (oltre che ladro). Pur di non mostrarsi un imboscato agli occhi dell’ispettore, firmerà la lista di coscrizione per partire come volontario per la Guerra civile spagnola.
Sempre bellisima Michèle Mercier; qui dà il volto alla giovane maestra, nonché figlia del podestà, che fa perdere la testa al giovane assicuratore. Una love story molto breve che fa sperare in qualcosa di buono, ma che ovviamente non può che finire male.
Salvo Randone è un anziano medico del luogo, non allineato al fascismo; saggio e riflessivo, viene mal visto dalle autorità del paese. Frequenta il Circolo Unione locale, una specie di biliardo facente funzione di club di semi-inellettuali; in tutta la vicenda sarà per Omero forse l’amico più sincero.
La fascinosa Angela Luce ha il ruolo di Rosa De Bellis, moglie del consultore di strade e giardini, nonché amante del Passante.
Giuseppe Ianigro interpreta Nicola De Bellis, il suddetto consultore.
Mario Pisu è il vero gerarca, che appare solo alla fine del film.
Nella parte di Nunzia Acquamano (la moglie del podestà) c’è Rosalia Maggio.
Anita Durante è invece la mamma che Omero chiama continuamente al telefono per raccontare le strambe vicende che gli accadono.

Parecchie scene di esterni sono girate tra Matera, Ostuni e Alberobello.
Le musiche sono composte e dirette da Piero Piccioni.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.