Deadpool
di Tim Miller (USA, 2016)
con Ryan Reynolds, Morena Baccarin, Ed Skrein,
Gina Carano, T. J. Miller, Andre Tricotreux,
Leslie Uggams, Brianna Hildebrand, Jed Rees
Finalmente un supereroe non fregnone. Basta con questi musoni mascherati che si crucciano di avere tutto il peso del mondo sulle spalle.
L’uomo che finirà nella tutina rossa col nome di Deadpool si chiama Wade Wilson: è un mercenario belloccio dalle spalle quadrate che si guadagna la pagnotta spezzando le gambe su commissione. A questo fusto con la parlantina a mitraglietta la vita però ha giocato un brutto scherzo. Proprio quando incontra Vanessa, la donna con cui vuole trascorrere il resto dei suoi giorni, scopre di avere un tumore. L’idea della malattia lo devasta, teme per il grande dolore che Vanessa proverà a causa della separazione, non vede via d’uscita, non c’è luce per lui in fondo al tunnel. Peraltro come potrebbe esserci? Improvvisamente gli arriva un’offerta bizzarra attraverso un tizio misterioso. Una loschissima organizzazione gli propone di affiliarsi, di continuare a fare il mercenario ma per conto terzi, in cambio potrà sottoporsi a delle cure innovative che gli permetteranno di guarire dal cancro. Dov’è l’inghippo? L’organizzazione lo cura, il cancro in effetti svanisce, ma Wade rischia di rimanere schiavo dell’organizzazione, di diventare una specie di automa dalla forza spaventosa nelle mani di gente senza scrupoli. Per fortuna non sarà così. Il nostro riesce a liberarsi dal laboratorio-prigione che lo ha trasformato in un potentissimo mutante, ma per tutta la vita sul corpo gli rimaranno i segni della trasformazione da uomo a super-uomo, la sua pelle sembra extra-ustionata. Il suo unico scopo nella vita sarà dare la caccia allo scienziato pazzo che l’ha messo in quelle condizioni – un tale odiosissimo che risponde al nome di Francis Freeman, ma che prefeisce essere chiamato Ajax (sì, proprio come il detersivo – una cosa ridicola che viene sottolineata anche nello stesso film). Contemporaneamente alla vendetta, Wade – che ormai ha adottato una tutina rossa di spandex come costume e ha iniziato a farsi chiamare Deadpool – cercherà di riconquistare il cuore della sua amata. Una specie di folle puntiglio ingiustificato, questo, in quanto Wade non sa (o meglio non riesce a capire) che Vanessa lo amerebbe ugualmente, anche con l’aspetto da ustionato di 10° grado, anzi è certo che lo ama, sempre, in ogni condizione – senza condizionale.
Deadpool è una pellicola piena di ironia e questo credo sia davverso il suo punto di forza. Altro elemento vincente è il godibilissimo il trionfo di citazioni cinematografiche; il background culturale del protagonista è davvero una perla. L’immaginario a cui fa continuamente riferimento Wade – film di culto, altri supereroi, canzoni pop, ecc. – accorcia notevolmente le distanze tra chi guarda e chi recita. Lo sfondamento della cosiddetta “quarta parete” mi sembra poi un’ulteriore fattore di encomio per questa scelta stilistica.
Deadpool potrebbe anche essere un film d’amore – e sotto certi aspetti lo è. In fondo si tratta di un ragazzo che fa cose assurde, pur di tornare insieme alla sua ragazza. L’Amore qui muove vendetta ma è pur sempre Amore.
Deadpool è un film volgare? Certo, in parecchi frangenti. Ma questo potrebbe essere un punto a suo favore, visto l’imperante bacchettonismo che da sempre affligge l’industria cinematografica americana.
Per tornare all’aspetto più propriamente “fumettaro”, si tenga presente che non rimarranno affatto scontenti tutti quei teenager sempreverdi che vanno a vedere questo tipo di pellicole (quasi solo) per godere di fronte alle scene d’azione. Ci sono davvero tanti elementi tipici dei genere: scazzottate, sparatorie, armi bianche, armi da fuoco, arti marziali, salti, piroette, movimenti vari a corpo libero che vanno oltre qualsiasi legge della fisica, esplosioni, manifestazioni di forza bruta, violenza armata o a mano libera, e via dicendo. Per cui c’è da star contenti se è questo il contenuto che cercate. Oh, d’altronde si tratta di un film di supereroi.

Ottima prova per Ryan Reynolds. Direi che ci sta bene dentro quella tutina attillata rossonera. Bella faccia, figo quanto basta per rappresentare un ragazzone americano ganzo, non ascrivibile in eventuali categorie sfighelle. Per di più, di questo film ha fatto anche il produttore esecutivo, insieme a Stan Lee (che qui poi appare per qualche secondo per il suo tradizionale cameo nei panni di una specie di dj che annuncia le spogliarelliste in un locale di striptease).
Decisamente affascinante Morena Baccarin, bella come non mai – mi verrebbe da dire. L’avevo già vista prima da qualche parte, ma non ricordo dove sinceramente. Un film? Una serie tv? Boh. Comunque su di lei hanno fatto davvero un gran bel lavoro. Ottima scelta di cast. Il suo è un personaggio cazzutissimo, soprattutto nella primissima parte della pellicola.
Ed Skrein dà il volto (e l’acceto britannico) ad Ajax. Per essere il villain di un film di supereroi ha l’aspetto molto anonimo: fisico molto tonico, capelli cortissimi, qualche cicatrice e poco altro. Pare che la sua qualità da mutante sia l’aver perso qualsiasi feedback dal sistema nervoso, cioè non sentire più dolore.
L’ex lottatrice Gina Carano ha il ruolo della popputa Angel Dust: una cazzutissima superdonna che svolge le mansioni di braccio destro per il cattivone Ajax. Il momento più esaltante per questo personaggio è quando fa prendere il volo al masodontico Colosso.
Il personaggio di Colosso lo interpreta Andre Tricoteux (almeno per quel che riguarda la voce nella versione originale). Si chiama Piotr Rasputin, ha accento russo e l’aspetto di una montagna di muscoli metallici. Nella sua figura l’ironia è costruita attraverso il contrasto tra aspetto da orco-bodybuiler e personalità da educanda (tutto buone maniere, comportamento moralmente irreprensibile e politically correct).
L’aiutante di questo supereroe massiccio è la giovane Ellie Phimister, più nota come “Testata Mutante Negasonica”. La interpreta l’attrice Brianna Hildebrand. Si fa molta ironia – per bocca di Wade/Deadpool – sul suo aspetto emo da ragazza tormentata. Anche nel suo caso l’effetto sopresa aiuta; il primo colpo che scaglia è qualcosa di soprendente.
T. J. Miller è il barista sfigato, nonché migliore amico di Wade. Il nome Deadpool deriva da un gioco che questo personaggio fa nel suo bar con gli avventori, una specie di scommessa su chi sarà il prossimo a morire tra i clienti.
Il personaggio dell’anziana afro-coinquilina di Deadpool è stato affidato a Leslie Uggams.
La faccia da stronzo del reclutatore dell’organizzazione misteriosa è quella di Jed Rees.
Che vi piacciano o meno i film di supereroi, vi consiglio di guardare questa pellicola. Voto: 8.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.