Ave Cesare!

Ave Cesare!
di Joel Coen ed Ethan Coen (USA, 2016)
con George Clooney, Josh Brolin, Tilda Swinton, Alden Ehrenreich,
Christopher Lambert, Scarlett Johansson, Ralph Fiennes,
Jonah Hill, Frances McDormand, Alison Pill, Channing Tatum,
Dolph Lundgren, Wayne Knight, Patrick Fischler, Alex Karpovsky,
Robert Picardo, David Krumholtz, Fisher Stevens, J.R. Horne, Natasha Bassett

Diciamoci la verità: non bastano quattro espressioni stralunate di George Clooney per rendere divertente una commedia. I fratelli Coen questa volta mi hanno deluso un bel po’, mi aspettavo una pellicola decisamente più interessante, più allegra e irriverente, con un finale decisamente più originale o quantomeno non inconcludente.
“Ave Cesare!” è una riuscita parodia del cinema Hollywoodiano degli anni ’60 ma, a mio avviso, mette un po’ troppa carne al fuoco. Sì, perché sfotte gli attori, i produttori, i manager, ma poi si perde dietro troppi rivoli che non hanno alcun sbocco. Il circolo degli intellettuali comunisti, ad esempio, dovrebbe aver senso come contrasto alla patinatissima e consumista industria cinematogratografica americana, ma non riesce ad essere dirompente, a cozzare fragorosamente, viene accennato e rimane lì, sospeso. I registi si beano nel sottolineare come l’attore rubato ai teatri di posa sia un pesce fuor d’acqua nel salotto dei pensatori clandestini contro-corrente, ma putroppo non vanno oltre, non fanno lo step successivo, non riescono a partorire una trovata geniale che dia senso a questo incontro-scontro.
Una delle scene più divertenti è quella in cui Eddie Mannix – un dirigente della Capitol Pictures – si siede al tavolo con i rappresentanti di 3 diverse religioni per discutere la linea morale di una pellicola che sta per andare nelle sale.

Fatemi spendere però qualche buona parola per il sempre valido Josh Brolin. Non recita sopra le righe – anche perché non ce n’era davvero motivo – ma sembra trovarsi a suo agio nella parte del “fixer”, cioè in quella del manager che ha il compito di risolvere tutti i problemi che si presentano durante la lavorazione di una pellicola.
George Clooney dovrebbe essere il personaggio principale. Intepreta Baird Whitlock, uno degli attori più famosi d’America, una specie di tontolone belloccio sulla cinquantina che viene rapito da un misterioso gruppo in cerca di denaro.
Dev’essere stata una bella fatica per Chaning “Collo” Tatum dover imparare a fare il Fred Astaire della situazione. Per gran parte del film lo si vede indossare i costumi di scena del musical che sta girando (in cui intepreta un marinaio ballerino). Oltre il ballo non è che per lui ci sia molto altro da fare.
Chi invece recita alla grande è Alden Ehrenreich. Una vera sorpresa per me. Qui interpreta un attore che ha sempre fatto film western – un vero tamarro del sud, timido, impacciato e legnoso – che si ritrova per esigenze di carriera a dover interpretare un damerino aristocratico in una pellicola in costume. La sua totale impreparazione e il suo incorreggibile accento farà perdere la pazienza al pazientissimo regista Laurence Laurentz (interpretato deliziosamente da Ralph Fiennes).
A Scarlett Johansson il ruolo di un’attrice tanto famosa, quanto viziata e decisa, che gira film acquatici, cioè simil-musical in cui le protagoniste si esibiscono in show di nuoto sincronizzato.
Frances McDormand fa una cazzuta proiezionista.
Christopher Lambert ha qualche scena nei panni di un altro regista.
Tilda Swinton ha due ruoli: due sorelle gemelle, entrambe giornaliste, delle vere iene a caccia di gossip cinematografico.
Jonah Hill è una specie di impiegato serio e ligio al dovere.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.