After Hours

Fuori orario
(After Hours)
di Martin Scorsese (USA, 1985)
con Griffin Dunne, Rosanna Arquette, Linda Fiorentino,
Verna Bloom, Tommy Chong, John Heard, Catherine O’Hara,
Dick Miller, Bronson Pinchot, Victor Argo, Teri Garr, Cheech Marin

Cosa può accadere di notte a New York? Scorsese prova a raccontare una favola notturna spaventosa, ai limiti dell’horror e del surreale, un’avventura assurda e particolarmente rischiosa a cui si fa quasi fatica a credere.
Paul Hackett è un tizio solitario, fra i 30 e i 40 anni, che si occupa di computer. Una sera incontra per caso al ristorante una bella ragazza di nome Marcy – anch’ella sola – ed inizia a parlarci. I due si trovano simpatici e si scambiano il numero di telefono. Ansioso di rivederla, Paul chiama Marcy non appena torna a casa, e le chiede di vedersi subito. Lei accetta e così Paul va a farle visita. Marcy abita in un quartiere molto lontano (Soho), per cui Paul è costretto a prendere un taxi per raggiungerla. E qui le cose inziano ad andare male: Paul ha con sé una sola banconota da 20 dollari, che durante il tragitto vola via dal finestrino, per cui, arrivato a destinazione, non può pagare ed è costretto a discutere animosamente con il tassista, che crede gli sia stato fatto un brutto scherzo. Dopo qualche minuto Paul riesce fortunatamente a cavarsela, senza essere pestato o denunciato alla polizia, e sale nell’appartamento che Marcy divide con Kiki – una giovane artistoide alquanto stramba che non perde tempo, mettendosi a flirtare immediatamente con il nuovo arrivato. Paul sta quasi per cadere in questo tranello ma riesce a scamparla anche questa volta. Quando finalmente riesce ad appartarsi in camera con Marcy, si rende conto che la serata non andrà come aveva previsto. Capisce che Marcy non è propriamente disposta a fare sesso con lui. Nel raccontargli la sua storia molto travagliata – fatta di traumi, abusi e rapporti sentimentali finiti male – la ragazza appare molto depressa. Questi problemi psichici la porteranno a compiere un suicidio quella stessa sera. Il ritrovamento del cadavere di Marcy scombussolerà del tutto Paul che inizierà a vivere una vera notte da incubo. Cercherà di fuggire, di tornare a casa, ma l’ora tarda e l’indisponibilità di denaro per pagare un taxi di ritorno lo costringeranno a restare ancora lungo solo a Soho. Nella strana confusione della notte verrà anche scambiato per un ladro d’appartamento e rischierà di essere linciato da una specie di comitato di quartiere intenzionato a vendicarsi dei furti.

Molto valida la perfomance di Griffin Dunne nei panni del protagonista. Non l’avevo mai visto recitare prima. Riesce a rendere bene l’angoscia che si prova nell’accorgersi di essere soli e spacciati, di non avere via d’uscita davanti alle difficoltà che riescono a pararsi davanti, tutte insieme, perfettamente incastrate.
Rosanna Arquette è la gattamortona bionda, sensuale, ma complessatissima. Una povera anima che non riesce nemmeno a godere del dono della bellezza che gli è stato fatto.
A Linda Fiorentino la parte dell’artista gotica che vive con Marcy.
Teri Garr dà il volto a una cameriera triste e sfigata – un po’ avanti con gli anni e acconciata come se fosse negli anni ’50 – che fa salire in camera il primo che capita, pur di non trascorrere un’altra notte sola.
John Heard interpreta forse l’unico personaggio positivo della storia: un barista che offre da bere al protagonista e accetta di aiutarlo a tornare a casa.
Catherine O’Hara ha il ruolo di una signora che Paul incontra per caso per strada, una tizia “double-face” che, dapprima appare amichevole, e in seguito finisce per mostrare la sua vera indole da carnefice, guidando il manipolo di persone che vorrebbe linciare Paul.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.