A Most Violent Year

A Most Violent Year
di J. C. Chandor (USA, 2014)
con Oscar Isaac, Jessica Chastain, Albert Brooks,
David Oyelowo, Alessandro Nivola, Elyes Gabel,
Glenn Fleshler, Jimmy Palumbo, Quinn Meyers, Jerry Adler

New York, 1981. Abel e Anna Morales sono una coppia sulla trentina che commercia in carburante. Anna e la sua famiglia sono nell’ambiente da una vita, ma non hanno una reputazione proprio linda, Abel invece è una persona onesta e orgogliosa che, pur partendo da zero, è riuscito a conquistarsi in poco tempo una posizione notevole sul mercato. La sua notevole ambizione lo porta ad acquistare un vecchio deposito di carburante con sbocco sul fiume per ingrandire ulteriormente il suo giro d’affari. La cosa però comporta una notevole esposizione per la sua azienda, in altre parole si indebita tantissimo, mettendo in serio pericolo tutto ciò che ha creato. Le difficoltà comunque non sono solo queste; nello stesso periodo un concorrente agguerrito e senza scrupoli inzia a rapinare e rubare i camion che trasportano il suo carburante e un procuratore si accinge a portare a termine le indagini sulla sua azienda. Insomma da una parte la legge sta per far cadere sulla sua testa 14 capi di imputazione per reati vari, la malavita gli mette i bastoni tra le ruote, anzi gli fa una guerra spietatissima, arrivando persino a picchiare i suoi dipendenti e minacciare la sua famiglia.
Le cose crolleranno in maniera drammatica quando anche la banca con cui lavora da sempre gli negherà il prestito necessario a portare a termine l’affare del deposito – un’operazione dalle clausole totalmente vessatorie, che se non conclusa implica per Abel la perdita del denaro e della proprietà.
La tensione provocata da questa soffocante situazione, rappresentata principalmente dalle continue minacce e rappresaglie da parte sconosciuti, porteranno Anna e Abel sull’orlo della crisi. Lei vuole a tutti i costi che suo marito adotti il pugno duro, che difenda con le armi la propria famiglia e il business – dotando di pistole tutti i dipendenti – mentre lui vuole tenersi a tutti i costi lontano dalla violenza e dalla vita da ganster.

Pellicola davvero bella, come non se ne fanno più.
Consigliatissima per diverse ragioni:
1. il plot è davvero orginale: una storia mai sentita prima. Peraltro non si tratta di un classico “gangster movie”, anche se ci sono scazzottate, inseguimenti, sparatorie, bossi, affari poco puliti e metodi poco ortodossi.
2. la fotografia di Bradford Young è stupenda, sia negli interni che negli esterni.
3. la recitazione di gran parte del cast è da 10.
Oscar Isaac più lo vedo recitare, più mi piace. Un vero talento drammatico di grande spessore. Dovrei recuperare al più presto altre sue pellicole. Qui interpreta il protagonista – Abel Morales – l’imprenditore vessato da mille problemi e sempre sul punto di cedere al lato oscuro della forza. Magnifico.
Jessica Chastain fa la tosta: ha il ruolo di Anna, la moglie/socia di Abel Morales. Una donna molto fascinosa e determinata, che sembra essere fatta della stessa pasta della famiglia da cui proviene. Non mostra alcuna paura di fronte alla minaccia di guai legali, anzi arriva persino a minacciare il procuratore, ma il timore che gli affari dell’azienda possano portare in rovina la sua famiglia, la fa uscire di testa, tanto da arrivare a portarsi in giro sempre una pistola e a scatenare furibonde litigate con sui marito.
Valissima interpretazione anche per Albert Brooks nei panni del legale dell’azienda dei Morales.
Da segnalare poi la performance di Elyes Gabel nel ruolo dei giovane autista di camion vittima di due rapine. Un personaggio importante perché simbolo della doppia valenza dell’azienda di carburante nel racconto: se da una parte i Morales hanno dato una grossa possibilità di riscatto a lavoratori di estrazione popolare, dall’altra hanno rovinato le loro vite quando li hanno lasciati privi di protezione nei confronti delle continue rapine.

Nota: il regista è lo stesso di “Margin Call”.

Il titolo italiano della pellicola stranamente è “1981: Indagine a New York”.
La locandina italiana è molto simile, ma meno cupa. Per il colore di sfondo hanno scelto l’arancione, anziché il nero.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.