Atto d’accusa
di Giacomo Gentilomo (Italia, 1950)
con Marcello Mastroianni, Lea Padovani, Karl Ludwig Dehl,
Andrea Checchi, Marga Cella, Amilcare Pettinelli

Splendido noir con protagonista un giovanissimo Marcello Mastroianni.
Renato La Torre (Mastroianni) è un giovane di circa 30 anni che, tornato dalla guerra, si mette in contatto con Irene (Lea Padovani), la sua ragazza di allora – una compagna di università. I due decidono di vedersi, ma lontano da occhi indiscreti, per cui prendono appuntamento in casa di una sarta. Qui Renato scopre che ormai la donna si è sposata, peraltro proprio con il loro professore, l’avvocato Massimo Ruska (Karl Ludwig Dehl). Dopo qualche momento di sconforto i due decidono di dirsi addio, ma contemporaneamente nella stanza accanto succede un dramma: il gelosissimo marito di Irene, che l’ha seguita sin lì, si intrufola con la forza in casa della sarta e cerca di accedere nella stanza dove si trovano i due ragazzi per sorprenderli in atteggiamenti sconvenienti, ma la donna si oppone. Nel cercare di divincolarsi, l’avv. Ruska usa tutta la sua forza e spinge via la sarta, scaraventandola violentemente per terra. Il colpo alla testa dovuto alla caduta sarà per la donna fatale.
Renato e Irene non si accorgono di nulla e lasciano la casa della sarta. L’avvocato Ruska invece si intrattiene qualche minuto in più e ruba dei gioielli per simulare una rapina e quindi confondere le acque. Per di più, mentre si allontana dall’appartamento della sarta, Renato viene notato da una vicina ficcanaso (Marga Cella), che ovviamente poi racconta il tutto all’ispettore che si occupa dell’indagine sull’omicidio. Questo dettaglio farà cadere tutti i sospetti proprio sul ragazzo, che sa di essere innocente, ma che non vuole costituirsi e raccontare ciò che è accaduto per non far sapere della relazione che ha provato a riallacciare con Irene e quindi per non coinvolgerla in uno scandalo.
Peraltro Renato non sospetta che sia stato l’avv. Ruska ad uccidere la sarta, ma i tasselli del puzzle iniziano ad andare al loro posto quando Ruska uccide anche la testimone oculare, cercando di far cadere ancora una volta i sospetti su Renato.
Grandi apprezamenti per tutti i protagonisti, ad inziare dal tenebroso avvocato Ruska, passando per il giovane Mastroianni (che qui interpreta il ragazzo onesto e coscienzioso) e l’intensa Lea Padovani.
A me ha fatto molta simpatia – come al solito – anche Andrea Checchi che interpreta il sagace Ispettore Costantini.

Voto: 7. Il cinema italiano nell’anno di grazia 1950 era già in grado di sfornare ottime pellicole, non solo neorealiste. Questo film, se attualizzato, potrebbe essere ancora un valido thriller per il grande schermo. Qualcosa che sarebbe piaciuto persino ad Hitchcock.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.