Terapia d’urto
(Anger Management)
di Peter Segal (USA, 2003)
con Adam Sandler, Jack Nicholson, Marisa Tomei, John Turturro,
Krista Allen, Luis Guzmán, January Jones, Woody Harrelson, Rudolph Giuliani
Un ragazzo tra i 30 ei 40 anni – tale Dave Buznik – sale su di un aereo per questioni di lavoro e finisce per litigare con la hostess. Non è nelle sue intenzioni essere aggressivo, ma il suo atteggiamento viene pesantemente frainteso dagli altri passeggeri e dall’equipaggio. Dave è sempre stato una persona molto calma, ma in quell’occasione viene innervosito dall’insolenza della hostess e istigato all’aggressività dal suo compagno di posto. Questa disavventura comunque lo porta in tribunale e gli costa caro: il giudice decide di comminargli come pena una riabilitazione che consiste nell’obbligo di frequentare per un mese un corso di gestione della rabbia. La cosa assurda è che l’insegnante del corso è il Dottor Buddy Rydell, ossia proprio quell’uomo che sedeva accanto a lui durante il viaggio in aereo.
Dopo la prima lezione, come prima missione da compiere, Rydell assegna a Dave la frequentazione coatta di Chuck, un compagno di corso iracondo e parecchio fuori di testa. Questo tizio – davvero poco raccomandabile – in una sola notte riesce a coinvolgere il nostro Dave in una bella rissa dentro un pub; la scazzottata non va nel migliore dei modi, né passa inosservata, tanto che Johnny finisce nuovamente davanti al giudice. E questa volta la pena è ancora più aspra: Dave dovrà curare seriamente i suoi attachi d’ira.
Per un tot di settimane dovrà vivere fianco a fianco con l’insegnante del corso di gestione della rabbia. Condividere l’appartamento col Dottor Rydell, vivere con lui ogni minuto della sua vita, non sarà affatto semplice. Anzi questa per Dave si configura proprio come un’esperienza infernale. Tuttavia la grottesca situazione gli permetterà di conoscere meglio se stesso e di tirare fuori sul serio tutto l’odio e la frustrazione che da anni accumula ed evita accuratamente di sfogare.
Alla fine banalmente si scoprirà che era tutto un piano organizzato ad hoc dalla sua fidanzata Linda, per fargli mettere la testa a posto e costringerlo a sposarla. Triste, no? Altro che commedia!
Oh, vi dico la verità: a me Adam Sandler non è mai stato particolarmente simpatico. Qui se la cavicchia abbastanza bene, però non stiamo parlando di grandi livelli di recitazione.
Piuttosto intristisce vedere Jack Nicholson – qui ormani 66enne – ridotto ad accettare parti in queste commedie da quattro soldi per sbarcare il lunario.
Nei panni della fidanzata dolce, umile e paziente c’è Marisa Tomei che però – a dire il vero – qui è un bel po’ sprecata. Ha meno di 10 scene, anche abbastanza insulse, dunque avrebbero potuto prendere qualcuna meno nota (e magari 10 anni più giovane).
Turturro è Chuck, il pazzoide che non riesce calmare i suoi istinti litigioserrimi.
Nella pellicola appaiono anche January Jones (nel ruolo di un’attrice di film porno-lesbo), Woody Harrelson (messo a fare il trans), John McEnroe (che fa se stesso) e Luis Guzmán (un altro dei bizzarri partecipanti alle lezioni di gestione della rabbia).
Voto finale: meno che sufficiente. La persona che l’ha visto con me l’ha trovato persino odioso in alcune scene.
Postilla di riflessione extra cinematografica: i corsi di gestione della rabbia a me sembrano davvero qualcosa di assurdo o quantomento di difficilmente comprensibile, al di fuori degli Stati Uniti. Una vera e propria americanata, concepita e messa in pratica in quell’unico posto dove si pensa che qualsiasi problema possa essere psicologizzato e messo a posto con un centinaio di sedute dallo psichiatra.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.