Il racconto dei racconti
(Tale of Tales)
di Matteo Garrone (Italia, 2015)
con Salma Hayek, John C. Reilly, Vincent Cassel, Laura Pizzirani,
Toby Jones, Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Bebe Cave, Giselda Volodi,
Stacy Martin, Guillame Delaunay, Alba Rohrwacher, Massimo Ceccherini,
Christian Lees, Jonah Lees, Franco Pistoni, Jessie Cave
Garrone ha portato sul grande schermo la trasposizione cinematografica di “La regina”, “La pulce” e “Le due vecchie”: tre storie tratte dalla raccolta di fiabe “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile, un’opera simil-Boccaccesca del XVII secolo.
Premessa: non vado matto per il fantasy, né per i film in costume. E questa non è altro che una specie di sintesi dei due generi. Ciò nonostante, posso affermare con tranquillità che si tratta di un buon film, molto valido dal punto di vista della recitazione, delle ambientazioni e della fotografia.
L’intreccio tra le tre vicende è minimo, pressoché inesistente. Se non fosse per l’ultima, inutile, scena, le tre fiabe praticamente non si toccherebbero mai. E sarebbe meglio così.
Apprezzabile la scelta di rappresentare tre storie abbastanza originali, che peraltro non seguono il trito schema del poema epico (eroe che deve superare delle prove per raggiungere l’agognato traguardo con conseguente premio).
Oltre ai bellissimi costumi che vi appaiono e agli sbalorditivi luoghi in cui è stata girata, questa pellicola deve la sua riuscita soprattutto alla recitazione degli attori.
Salma Hayek è perfetta nel ruolo della Regina ingorda (e forse sterile) di Selvascura: una donna caparbia che desidera un figlio, lo ottiene attraverso un incantesimo e finisce poi per rendergli la vita un inferno, peraltro sacrificando due vite per raggiungere i suoi egoistici obiettivi.
Vincent Cassel è molto convincente nei panni del Re di Roccaforte, un uomo parecchio libidinoso e capriccioso (anche un po’ sciatto e lurido), che potrebbe avere tutte le donne del suo regno – se solo lo volesse – ma che perde definitivamente la testa per una donna sola, una tipa che non ha mai visto e di cui ha sentito solo il canto. Si incaponisce a tal punto sulla seduzione dell’oggetto del suo desiderio che pur di ottenerlo si fa prendere per il naso da due vecchie, due brutte e rughose che per campare tingono pelli e che vivono rinchiuse in un bugigattolo.
Straordinarie appunto le due attrici che le interpetano: Shirley Henderson e Hayley Carmichael.
La ventiquattrenne Stacy Martin interpreta una ninfa di bosco dai lunghi capelli rossi, ossia la versione bella e ringiovanita di una delle due vecchie – quella che risce a passare prima una notte con il re e poi a diventare regina.
Parecchio in gamba anche Jonah Lees e Christian Lees: i due giovani attori che interpretano i gemelli albini, figli della Regina e della serva – o meglio dello stesso incantesimo.
Toby Jones è il Re di Altomonte, una specie di nanoide, mezzo pazzo e mezzo misantropo, che dedica la sua vita all’allevamento di una pulce gigante. Questo suo insolito e schifido sollazzo lo porta a trascurare del tutto Viola, la sua unica figlia (Bebe Cave in un’altra grandissima interpretazione) finendo per darla in sposa, quasi per gioco, ad un orco orripilante (Guillame Delaunay).
Serioso come non mai, John C. Reilly interpreta il Re di Selvascura: un uomo forte e coraggioso che mette a repentaglio la sua vita pur di tenere contenta sua moglie e darle il figlio che tanto desidera.
Massimo Ceccherini e Alba Rohrwacher appaiono in poche scene, non sono propriamente al centro dei racconti: intepretano due circensi (marito e moglie) che fanno i buffoni di corte; un po’ giocolieri, un po’ funamboli, allietano con le loro performance i regnanti e le loro corti.
Prima di entrare nel cinema mi aspettavo una sorta di Fantaghirò, ma ho dovuto ricredermi abbastanza.
Dunque “Tale of Tales” è un capolavoro? No, ma è un prodotto molto valido, realizzato con tutti i crismi. Di certo si farà apprezzare dagli amanti del genere Fantasy, da tutti quelli che sgranano gli occhi gioiosamente davanti a draghi, mostri, fate, spade, epica, mistero, magia e medievalismi varii.
Detto questo, non mi resta che fare tanto di cappello a Matteo Garrone che ha scritto, diretto e prodotto questo film. Ci dev’essere voluto molto coraggio.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.