Prima pagina

Prima pagina
(The Front Page)

di Billy Wilder (USA, 1974)
con Walter Matthau, Jack Lemmon, Susan Sarandon,
Austin Pendleton, Carol Burnett, Vincent Gardenia,
Harold Gould, David Wayne, Herb Edelman, Allen Garfield,
Paul Benedict, Martin Gabel, Charles Durning

Deliziosa commedia di Billy Wilder sul ruolo della stampa nei primi decenni del secolo scorso. Anzi, più che sul giornalismo, questo è un film sull’amicizia, sul rapporto strambo, ma eccezionale, che lega due uomini: un giornalista di cronaca nera e il direttore del suo giornale.
Dice bene lo slogan sulla locandina italiana: “Voleva solo sposarsi, ma era già sposato con la Prima pagina”.

Chicago, 1929. Hildebrand Johnson, detto Hildy, è il migliore cronista del quotidiano Chicago Examiner. Un giorno decide di licenziarsi per sposare una ragazza conosciuta al cinema e trasferirsi con lei a Philadelphia, dove accetterà il ruolo di copywriter in un’agenzia pubblicitaria. Il suo direttore però – il burbero Walter Burns – non è d’accordo con la sua scelta, non ci sta, in quanto ritiene di non poter fare a meno della sua penna migliore, specialmente nel giorno in cui sta per accadere l’evento più importante dell’epoca (almeno dal punto di vista della cronaca nera), ossia l’impiccagione di un pericoloso criminale che ha assassinato un poliziotto della città.
Per far tornare Hildy sui suoi passi e costringerlo quindi concentrarsi sul suo lavoro di reporter dal carcere (dove sarà eseguita la pena capitale), Burns farà di tutto: dal reclutare una finta moglie per Hindy al travestirsi da agente di custodia. Le sue subdole bugie e i suoi goffi stratagemmi, comunque, non saranno l’unico freno alla partenza di Hildy; anche la sua passione per il mestiere di giornalista, la competizione con il giovane reporter mandato in carcere per fare il lavoro al suo posto e l’ingravescente situazione nella casa circondariale avranno il loro ruolo nel ritardare il viaggio verso Philadelphia.

Di questo film non sapevo praticamente nulla fino a qualche giorno fa. Poi l’ho scoperto – per caso – e ho voluto vederlo perché sapevo di non poter sbagliare: con Matthau e Lemmon come protagonisti si doveva trattare necessariamente di qualcosa di molto divertente. E infatti così è stato.

Matthau interpreta ancora una volta il misantropo brontolone ed egoista, qui in versione anche gelosa.
Lemmon invece è Hildy, il giornalista d’esperienza che, seppur intenzionato a mollare il giornalismo, ha difficoltà ad allontanarsi definitivamente dalla vita che ha fatto per anni.
I due insieme, funzionano sempre. Sebbene i meccanismi comici siano parecchio simili a quelli del film “La strana coppia”, bisogna ammettere che il loro essere simpatici non stufa mai.
Susan Sarandon ha il ruolo di Peggy Grant, ossia la giovane fidanzata (promessa sposa) di Hildy: una signorina che di mestiere sonorizza i film cantando e suonando il pianoforte in un cinema; un personaggio un po’ svampito – ma neanche troppo – che comunque risulta molto dolce e simpatico. Oh, da giovane questa attrice era davvero carina (non che da adulta non abbia mantenuto poi il suo fascino, eh).
Ad Harold Gould la parte del perfido e losco sindato di Chicago.
Vincent Gardenia è il direttore del carcere, una specie di lacché prono al volere del sindaco.
Il simpaticissimo Austin Pendleton (l’avvocato balbettante di “Mio cugino Vincenzo”) ha il ruolo del condannato a morte fessacchiotto e deboluccio, un uomo mingherlino e ingenuo che si trova incastrato in una situazione terribile per sbaglio e comunque perché fa comodo alla campagna elettorale del sindaco uscente.
La smilza Carol Burnett è Molly Malloy: una prostituta che nutre simpatie per il condannato a morte.
David Wayne, Charles Durning e Herb Edelman sono tre dei giornalisti che abitualmente condividono la sala stampa del carcere con Hildy.
Martin Gabel ha la parte di Max J. Eggelhofer, uno psichiatra austriaco, parecchio tonto, a cui viene chiesto di fare una visita psichica al condannato prima dell’esecuzione.
Il buffo Paul Benedict (quel lungagnone con la faccia simpatica che recitava nei Jefferson) interpreta un messo del Governatore dell’Illinois che si reca nel carcere di Chicago per comunicare la sospensione della pena per il condannato a morte.

Nota: la pellicola è basata su una commedia per il teatro scritta da Ben Hecht e Charles MacArthur.

Qui potete vedere una locandina alternativa.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.