Interstellar

Interstellar

di Christopher Nolan (USA, 2014)
con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Matt Damon,
Michael Caine, Jessica Chastain, John Lithgow, Jeff Hephner,
Casey Affleck, Topher Grace, Wes Bentley, Mackenzie Foy, Wes Bentley,
Ellen Burstyn, Timothée Chalamet, William Devane, David Oyelowo

Dimenticate per un attimo la polemica che infuria in rete sulla presunta scientificità di gran parte delle tesi esposte nella pellicola. Di questo non voglio parlare, anche perché non mi frega più di tanto e non ho conoscenze sufficienti per valutarlo. Andiamo dunque oltre. “Interstellar” dovrebbe essere un film di fantascienza, ma in fin dei conti a me è sembrato più una favoletta; se vogliamo essere meno cinici, possiamo dire che si tratta di una pellicola supernatural, ecco. Se è pur vero che di fronte a questo tipo di opere bisogna 1sospendere la propria incredulità, va detto anche che qui regista e sceneggiatore hanno abusato un bel po’ di questa concessione che fa loro lo spettatore.

La trama. Un campagnolo poco meno che quarantenne – ex pilota, vedovo – scopre nel deserto una base NASA grazie all’aiuto di sua figlia (e di misteriosi segnali basati sul sistema binario). Nel futuro distopico in cui vive la Terra sta per esaurire tutte le scorte alimentari a causa di una malattia che sta distruggendo i cereali e, più in generale, tutti i prodotti della terra. Il Mondo intero ha deciso di interrompere le missioni spaziali, dismettere la ricerca su stelle, pianeti, ecc. e dedicarsi in toto agli affari “interni” (quelli terrestri). Immaginate l’emozione e lo stupore di scoprire improvvisamente che la NASA è ancora attiva e che in gran segreto sta preparando un’ultima, definitiva, missione con l’obiettivo di cercare un pianeta alternativo per continuare a vivere, ossia un luogo non ostile per l’uomo in cui trasferire l’Umanità tutta.

Da qui in avanti ci sono alcuni SPOILER.

Le cose che non mi tornano/che non mi sono piaciute:
1. Come può un tizio giunto per caso nella base NASA essere messo a capo di una missione delicatissima, solo dopo mezz’ora il suo arrivo? E gli altri astronauti? Erano già tutti belli e pronti per la missione?
2. Perché scadere nel genere supernatural? Non è capace Nolan di fare un film squisitamente sci-fi senza ricadute metafisiche? Non si poteva terminare il tutto dignitosamente quando il protagonista varca l’orizzonte degli eventi? Perché quello squallido teatrino con il padre costretto al mutismo dietro una libreria? Non l’avete trovato anche voi ridicolo?
3. Alcuni osservatori riducono la pellicola ad un opera che vuole esplorare il rapporto padri-figli. Ma a questo punto chiedo: non si poteva fare semplicemente la solita storiella di padri che si ricongiungono infine con i figli, dopo che per anni tra loro è corso cattivo sangue?
4. Nolan è un grande, anzi grandissimo, regista. Lo stimo molto. Ma perché ci ha delusi con un altro (l’ennesimo) film su di un eroe che si prende sulle spalle la responsabilità di salvare il Mondo? Salvare l’Umanità intera da solo, senza l’aiuto di nessuno. Ma perché? E poi perché – se proprio eroe deve essere – questo tizio dev’essere sempre uno che parte con l’handicap? Perché non può essere uno qualunque, uno normale, senza problemi in famiglia?

A conti fatti: si tratta di un bel film? Certo, dal punto di vista della regia non c’è nulla da eccepire: quest’ultima opera filmica di Nolan riempie gli occhi di belle immagini; di fronte alle scene girate nel modulo spaziale o a quelle del maremoto, ad esempio, si rimane prorpio con la bocca aperta. Sono altri – come abbiamo visto – gli elementi che non convincono.

Insomma, per farla breve, io la penso pressoché come Paolo Attivissimo.

Due parole sugli attori.
A Matthew McConaughey non si può contestare nulla: bravissimo, è decisamente nel suo momento di grazia. In ottima forma, direi. L’uomo giusto nel film giusto; dà il meglio di sé e si vede.
Anne Hathaway l’ho vista recitare meglio in altri film; qui non dà il meglio di sé, ma forse il ruolo che le hanno scritto è un po’ scialbo: è sempre la figlia del prof., cioè non ha una dimesione sua, indipendente dall’importante figura di suo padre, nonstante sia uno dei 4 astronauti scelti per la delicata missione spaziale.
Ho dei dubbi sulla scelta di Michael Caine per la figura del professor Brand. Intendiamoci: si tratta sempre del migliore attore inglese vivente, ma per il suo ruolo avrebbero potuto prendere qualcuno più giovane. Brand lo vediamo prima vecchio (ultra settantenne?) e poi vecchissimo (forse ultracentenario) ma il suo aspetto non cambia quasi. Perché? Così non risulta molto credibile. A mio avviso non basta far sedere l’attore su di una sedia a rotelle per farlo apparire una persona molto anziana.
Jessica Chastain interpreta la figlia del protagonista da adulta. Io però ho apprezzato di più la recitazione della piccola Mackenzie Foy (lo stesso ruolo ma in versione ragazzina).
Casey Affleck (il fratello di Ben) è straordinario. Non recita per molte scene, ma io lo trovo sempre validissimo. Mi piace sin dai tempi della serie di Ocean’s.
Massimo rispetto anche per John Lithgow, qui nel ruolo del suocero del protagonista: un contadino saggio e taciturno che appoggia tutte le scelte di suo genero, anche se queste possono recare molto dolore alla famiglia.
A Matt Damon il ruolo di uno scaltro e diabolico astronauta; ne esce benissimo. Mi fa sempre piacere vedere una star di questa portata accettare di interpretare un ruolo non semplice, nonostante non si tratti della parte da protagonista.
Wes Bentley interpreta un altro astronauta (il primo a lasciarci le penne).

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.