Confusi e felici

Confusi e felici

di Massimiliano Bruno (Italia, 2014)
con Claudio Bisio, Massimiliano Bruno, Anna Foglietta,
Marco Giallini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti,
Pietro Sermonti, Rocco Papaleo, Gioele Dix,
Kelly Palacios, Federica Cifola, Liliana Fiorelli

Ricordate il film “Ma che colpa abbiamo noi” di Carlo Verdone? Lì un analista moriva durante una seduta di gruppo e i suoi pazienti decidevano di continuare comunque la terapia, analizzandosi l’un l’altro. Qui il tema è più o meno lo stesso: un analista (Marcello/Bisio) scopre di essere sul punto di perdere la vista. Raduna i suoi pazienti e comunica loro la decisione di abbandonare la professione. Si ritira così a vita privata, si isola ed entra in depressione. Ma il gruppo di ex-analizzati – bizzarri personaggi in cerca di sostegno psichico – non ci sta per cui, insieme alla segretaria dello studio medico, decide di ricontattare l’analista, tirarlo fuori dal suo stato di pessimismo cronico e costringerlo a ri-prendere le sedute, che da questo momento in poi diventano però di gruppo e sostanzialmente itineranti. L’iniziativa sarà uno scambio alla pari: Marcello ammetterà di aver bisogno dei suoi pazienti e questi, allo stesso tempo, dimostreranno – come se non fosse già chiarissimo – quanto è disperato il bisogno che hanno del loro analista-guida. Nel mentre il dottore-malato, inizialmente restio nel chiedere aiuto, si innamorerà anche della sua segretaria.

Bisio sarebbe il protagonista ma – spiace dirlo – non dà il meglio di sé. Prestazione senza infamia e senza lode la sua.
Il più divertente è senza dubbio Marco Giallini nei panni di uno spacciatore sboccato che si trova nell’inusuale situazione di doversi prendere la responsabilità di un figlio che sta per nascere.
Molto buffa anche Paola Minaccioni: interpreta una ninfomane fissata con l’idea di sedurre il proprio analista.
Caterina Guzzanti e Pietro Sermonti rappresentano la giovane coppia con problemi di coppia; lei (al massimo della forma e divertentissima, come sempre) dà il volto a una borgatara, ciarliera e inclemente, mentre lui fa il cosiddetto “bambascione”, ossia un tipo amorfo e parecchio distratto, che ignora la moglie per dedicare tutte le sue attenzioni a un tablet che si porta sempre dietro.
Massimiliano Bruno – il regista/soggettista/sceneggiatore – ha riservato per sé un ruolo molto buffo, ma anche un po’ tenero: quello di un autista di autobus, molto grasso, mammone e decisamente infantile, che non riesce ad avere una relazione seria con una donna, a causa del controllo asfissiante esercitato su di lui da sua madre.
Rocco Papaleo recita ancora una volta (parecchio) sopra le righe: lo vediamo nella parte di un uomo iracondo che, avendocela a morte con il tedesco con cui sua moglie l’ha tradito, sfoga furiosamente la sua rabbia sulla carrozzeria di auto di fabbricazione tedesca.
Per il ruolo della segretaria dolce e sensibile è stata scelta Anna Foglietta.
La giovane di colore da cui lo spacciatore aspetta un figlio ha il volto di Kelly Palacios.
Federica Cifola appare in una sola scena nei panni di una collega a cui l’autista mammone chiede un appuntamento.

Pellicola telefonatissima. Niente di che. Ho riso solo in un paio di occasioni su battute pronunciate da Bruno e Giallini. Voto: 6 meno, quasi sufficiente.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.