Fumo di Londra
di Alberto Sordi (Italia, 1966)
con Alberto Sordi, Fiona Lewis, Amy Dalby,
Alfredo Marchetti, Clara Bindi, Michael Trubshawe, Elizabeth Rutter,
Jean St. Clair, Philip John Trihble, Bart Allison, Massimo Ungaretti,
Sara Colmer, Pamela Hollyer, George Jones, William Mostin Owen
Dante Fontana (Sordi) è un antiquario di Perugia sulla cinquantina, da sempre affascinato dal Regno Unito e dallo stile di vita inglese, che si ritiene colto, esperto, elegante e raffinato. Con la scusa di partecipare ad un’asta di Christie’s, si reca a Londra per un breve viaggio di piacere, nonostante sua moglie si dichiari molto contraria. Appena arrivato in città, si affretta a comprare costosi vestiti confezionati da sartorie locali, preso com’è dal desiderio di apparire un vero gentleman locale. Durante il suo soggiorno avrà anche modo di partecipare ad una caccia alla volpe nella campagna inglese – su invito di una vecchia duchessa – e di trascorrere una notte e un giorno con un gruppo di giovani locali. La sbandata per una ragazza di nome Elizabeth (la bella Fiona Lewis) lo porterà a farsi travolgere dalla Swining London, ossia ad abbandonarsi del tutto a uno stile di vita (abbigliamento hippie, party, movida, scorrerie notturne, scontri tra bande, ecc.) completamente diverso dalla Vecchia Inghilterra che invidiava di cui desiderava far parte.
La prima parte della pellicola è abbastanza divertente, dal momento che contiene le classiche gag in cui il personaggio di Sordi fa la figura del cialtrone imbarazzante, in questo caso dell’Italiano all’estero: provinciale e sprovveduto. La seconda, invece, delude un po’: ho intravisto una specie di critica bigotta e reazionaria nei confronti dei giovani anticonformisti, dei loro valori, del loro modo di affrontare la vita e delle loro relazioni interpersonali (sentimentali). Un po’ come se il regista/soggettista/sceneggiatore – cioè Sordi – volesse dire allo spettatore, dandogli di gomito: “Che brutto il futuro che ci attende, se queste sono le persone che prenderanno il nostro posto nella società”. Anzi, lo fa dire proprio esplicitamente a due tizi anzianotti che passano per caso di fronte ad uno scontro tra due gang rivali.
La colonna sonora è favolosa: scritta da Piero Piccioni, contiene diverse chicche, come il tema “Mr. Dante Fontana” e “You Never Told Me”.
Nota: il titolo internazionale del film è “Thank You Very Much”.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.