Anime nere

Anime nere

di Francesco Munzi (Italia, 2014)
con Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane,
Anna Ferruzzo, Barbora Bobulova, Aurora Quattrocchi, Giuseppe Fumo,
Pasquale Romeo, Stefano Priolo, Cosimo Spagnolo, Vito Facciolla,
Manuela Ventura, Domenico Centamore, Sebastiano Filocamo

Crime movie di ottima fattura ambientato tra Milano e la Calabria.

Leo è un ragazzo di circa vent’anni, molto ignorante, presuntuoso e con poco sale in zucca. Un giorno per questioni di vendetta ed onore decide di crivellare di colpi la vetrina di un bar che appartiene ad un uomo che ha insultato la sua famiglia e di lasciare immediatamente il suo paesino, fuggendo a Milano dai suoi zii (due noti i malavitosi che trafficano cocaina a livello internazionale). Quello che la giovane testa calda non sa è di aver scatenato una cruenta guerra tra famiglie rivali della ‘Ndrangheta.
Il gesto del ragazzo finirà per coinvolge anche suo padre – un onesto pastore che fino ad allora aveva fatto di tutto per tenersi fuori dagli affari di mala dei suoi fratelli, ma che dopo il casino combinato da suo figlio si vede costretto ad intervenire per cercare di mettere un po’ di ordine.

Bravissimo Peppino Mazzotta nella parte di Rocco, uno dei due zii di Leo (quello più serio e coscienzioso). Lo apprezzo sin dai tempi in cui aveva il ruolo del giovane agente Giuseppe Fazio nella serie tv “Il commissario Montalbano”. Una faccia pulitissima che fa da contrasto con il ruolo da malavitoso.
Validissima performance anche per Marco Leonardi, nei panni di Luigi, ossia l’altro zio, quello più risoluto e più accomodante nei confronti di Leo.
Il giovane che scatena il putiferio è impersonato dal valente Giuseppe Fumo.
Il papà di Leo ha le sembianze di Fabrizio Ferracane. Forse il suo è il ruolo più drammatico di tutta la pellicola.
A Barbora Bobulova la parte di Valeria, la moglie settentrionale di Rocco: una donna molto elegante ed affascinante, ma del tutto disinteressata ai loschi traffici di suo marito – almeno sino a quando la situazione non si aggrava a tal punto da costringerla a recarsi in Calabria.
L’anziana e simpaticissima Aurora Quattrocchi ha il compito di fare da matriarca: intepreta la mamma di Luciano, Rocco e Luigi.

La pellicola – tratta dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco – è stata paragonata da alcuni allo stile di Garrone ed in particolare di “Gomorra”, credo soprattutto per il tema trattato e per una certa dose di realismo narrativo. Non posso che dirmi d’accordo. Comunque sia, Francesco Munzi mi ha convito. Non avevo visto altri suoi film prima ma questo lo consiglio a tutti gli amanti del noir e del cinema criminale.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.