La Carbonara

La carbonara

di Luigi Magni (Italia, 1999)
con Lucrezia Lante della Rovere, Valerio Mastandrea,
Fabrizio Gifuni, Nino Manfredi, Claudio Amendola,
Fernando Cerulli, Pierfrancesco Favino, Anna Lelio,
Duccio Giordano, Dante Manfredi, Sivlio Frainetti,
Alberto Alemanno, Massimo Reale

Una locanda poco fuori città – che abitualmente ospita viandanti, principi, artisti e altri personaggi di vario genere – e la sua locandiera, entrambe denominate “La carbonara”, sono le protagoniste di questo film. Il nome è volutamente scelto per il suo significato ambiguo, in quanto sta ad indicare sia il noto primo piatto della tradizione romana, che una donna con idee e frequentazioni rivoluzionarie (per l’epoca).
Roma, prima metà del XIX secolo. Quattro giovani carbonari venuti dal nord dell’Italia sotto mentite spoglie si fermano a rifocillarsi alla suddetta locanda. Il mattino seguente assaltano la carrozza del Cardinale Rivarola, che si trova a passare nei pressi dell’ostello, e tentano di prendere in ostaggio il prelato, al fine di chiedere come riscatto, in cambio del suo rilascio, la liberazione di alcuni fratelli patrioti che sono stati incarcerati e condannati a morte per reati legati ad attività sovversiva (probabilmente il noto agguato simile che avvenne a Ravenna il 23 luglio 1826). L’operazione non riesce grazie all’intervento tempestivo di una squadra di gendarmi dello Stato Pontificio. Tre degli attentatori perdono la vita durante lo scontro, mentre un quarto (quello che si finge spagnolo) viene arrestato e condannato per direttissima a morte per decapitazione su pubblica piazza. Questo ragazzo di trentanni circa – che di nome fa Zaccaria – oltre ad essere un carbonaro di orgine romana, è anche il primo amore della locandiera. I due non si vedono da anni, ma il ritrovarsi riaccende in loro la vecchia passione che li lega; purtroppo per loro, però, la condanna non renderà affato facile continuare a volersi bene. Un sentimento appena rinato sarà soppresso sul nascere. Per di più la signora (che di nome invece fa Cecilia) è pressoché vedova; dopo essere stata abbandonata da Zaccaria, ha sposato un altro uomo, ma questi è sparito da diversi anni, probabilmente rapito da briganti. Cecilia ha dovuto lasciare Roma e mettersi a fare la locandiera per sbarcare il lunario, in quanto ormai ha venduto tutti i suoi averi per pagare il riscatto. Suo marito comunque non è più riapparso, per cui si considera vedova devotissima al ricordo del defunto.
La sorte vuole che il frate che dovrà confessare il condannato a morte, prima dell’esecuzione, e che lo aiuterà ad esaudire l’ultimo desiderio (un piatto di carbonara e un incontro galante con la Carbonara) è proprio Fabrizio, ossia il marito di Cecilia: un ex-carbonaro che da anni si finge frate per sfuggire alla cattura.

Ennesimo film di Magni sul periodo risorgimentale italiano. Forse uno dei meno riusciti, ma non meno godibile. Anzi.
Il cast, ad esempio, è validissimo.
Nei panni della locandiera peperina – che sogna di fuggire via con un principe azzurro mentre frequenta briganti, simpatizza per i carbonari e si finge disinteressata di politica – c’è Lucrezia Lante Della Rovere.
Il grande Fabrizio Gifuni interpreta con grande dignità il carbonaro Zacaria.
Valerio Mastrandrea, sfruttando un riuscitissimo dualismo tragicomico, dà grande profondità al personaggio del giovane frate Fabrizio.
Il vecchio cardinale Rivarola ha il volto e l’accento di Nino Manfredi: un attore che Magni ha scelto più di una volta per le sue pellicole.
Un giovanissimo Pierfrancesco Favino iperattivo, si muove sulla scena nel ruolo di un sergente molto ingordo, che non attende altro se non riscuotere la taglia per le teste di carbonari che ha decapitato.
A Claudio Amendola, invece, la parte di Lupone (autodefinitosi “Signore de monte e de piano”), ossia il capo di una banda di briganti che staziona nelle campagne intorno alla locanda.
Massimo Reale (ricordate il Montini della serie tv “Classe di Ferro”?) interpreta un Ussaro del Gran Ducato di Parma con idee carbonare, che attraversa nottetempo il confine grazie all’aiuto di Cecilia e dei briganti.

La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.