Dio li fa e poi li accoppia
di Steno (Italia, 1982)
con Johnny Dorelli, Marina Suma, Lino Banfi,
Giuliana Calandra, Venantino Venantini, Loris Zanchi, Dino Cassio,
Annabella Schiavone, Renzo Rinaldi, Franco Bracardi, Enio Drovandi,
Guerrino Crivello, Renzo Rinaldi, Franco Caracciolo, Geoffrey Copleston
Don Celeste è un prete di un piccolo paesino di campagna molto ben voluto dai suoi parrochiani. Un giorno – durante la domenica di carnevale – mentre va a zonzo in bici per i campi, viene assalito da quattro ragazze mascherate che, dopo averlo immobilizzato, gli fanno violenza sessuale. La cosa ovviamente lo turba, ma non si perde d’animo; dopo aver ascoltato un po’ di confessioni ed essersi prodigato in qualche indagine, individua la giovane donna che ha materialmente compiuto lo stupro ai suoi danni. Si tratta di Paola, la bella giovine che lavora nell’officina del paese. Don Celeste avvicina quindi la ragazza e inizia a frequentarla, poi prende a fargli pressing, a stargli addosso per costringerla a confessare il brutto gesto, con l’intenzione di portarla anche “redimersi dal peccato”. Alla fine riesce infatti nel suo intento: Paola confessa tutto e senza alcuna vergogna, ma di lì a poco la ragazza rivela anche di aspettare un figlio dall’uomo a cui ha fatto violenza.
Scandalo nel paese. Don Celeste è ancora più imbarazzato e confuso; sente di provare interesse e affetto verso la ragazza, ma non riesce ad ammetterlo a se stesso, anche perché non ha alcuna intenzione di mollare l’abito talare, inoltre cerca in tutti i modi di convincere la testarda Paola a non abortire. Nel disperato tentativo di salvare la vita nel grembo della donna Don Celeste arriva persino a far arrestare Paola e a fargli causa per atti di violenza.
L’amore non trionferà, comunque, o almeno non quello “tradizionale”. La vicenda legale si smonterà, l’accusa sarà praticamente ritirata, il bimbo nascerà e il parroco accetterà la sua paternità, ma Don Celeste non lascerà il sacerdozio. Proverà invece a convivere con Paola, ma non come se fosse il suo compagno, fingendo fino alla fine di non sentire il richiamo della passione nei suoi confronti. L’happy ending dunque sarà forse monco ma non del tutto scontato, né banale. Ne escono bene la figura del padre e quella del prete. Si fanno così contenti la Chiesa e quanti ritengono sacra anche la famiglia.
Questa è una commedia, d’accordo, anche abbastanza grottesca (basti vedere il personaggio dell’omosessuale ciarliero ed effeminatissimo interpretato da Lino Banfi), ma mi ha stupito per il modo in cui vengono trattati certi temi, come la sofferenza e il pubblico ludibrio a cui sono sottoposte le persone che vengono tradite dal proprio partner in un ambiente gretto e retrogrado e la questione dell’aborto. Quest’ultimo, in particolare, sebbene non si trattato in modo particolarmente progressista, tuttavia non viene ridicolizzato, né viene strumentalizzato per portare avanti tesi antiabortiste. Certo, lo sceneggiatore e il registra avrebbero potuto dare più spazio alle ragioni del personaggio di Paola, ossia della madre che non vuole far nascere il figlio di un uomo che non la ama, ma forse non era uno degli aspetti che desideravano approfondire. Il fulcro della storia narrata, probabilmente, non era quello.
Del personaggio di Lino Banfi (il salumiere) abbiamo già detto.
Marina Suma è incredibilmente drammatica per una commedia. Brava (e bella, ovviamente). Stupisce anzi che ci sia una sola scena in cui appare nuda.
Molto bravo anche Johnny Dorelli – ma non c’è nemmeno bisogno di dirlo. Non gigioneggia affatto, anche se ci sono decine di occasioni in cui il suo personaggio avrebbe potuto lasciarsi andare a espressioni e gesti più volgari o ridicoli. I miei rispetti.
La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.