Todo modo
di Elio Petri (Italia, 1976)
con Gian Maria Volonté, Marcello Mastroianni, Ciccio Ingrassia,
Mariangela Melato, Renato Salvadori, Franco Citti,
Michel Piccoli, Tino Scotti, Guerrino Crivello
Ferocissima satira sulla collusione tra il potere polico della Democrazia Cristiana e il potere ecclessiastico.
Un folto gruppo di uomini che gestisce il potere in Italia si dà appuntamento in un convento per dedicarsi a degli esercizi spirituali. Il loro obiettivo dichiarato è di ritirarsi per alcuni giorni in questo luogo al fine di riflettere sul proprio operato, fare chiarezza sui propri intenti e purificare l’anima. Tra loro ci sono ex presidenti del consiglio, ministri, sottosegretari, deputati, senatori, presidenti di enti parastatali, ammistratori locali, amministratori delegati di grandi aziende pubbliche o private, banchieri, esponenti dell’alta finanza, ecc.
Il ritrovo in quella che è stata la culla del potere con la P maiuscola è l’occasione per una resa dei conti. Facendo appello ad una presunta autorità morale, ogni corrente accusa le altre fazioni di corruzione e scorrettezze, dichiandosi allo stesso tempo intenzionata a dare il proprio apporto per uscire dalla crisi in cui versa il Paese.
Il nervosismo e il malcontento che serpeggia nelle prime ore si tramuta ben presto in qualcos’altro di ben più grave. Le cose diventano serie quando gli invitati iniziano ad essere misteriosamente uccisi, ad uno ad uno. L’incontro si trasforma in un macabro stillicidio; il panico che si diffonde nel convento non aiuta di certo la situazione, che precipita tramutandosi in una vera e propria ecatombe. Nemmeno le forze dell’ordine, accorse dopo il primo omicidio, riusciranno a fermare la devastante violenza di questa resa dei conti.
Tutti sono corrotti, tutti hanno accumulato ricchezze e tutti hanno sperperato, tutti “hanno mangiato”, tutti sono egoisti, attaccati alla loro poltrona, desiderosi di potere, subdoli, doppiogiochisti, tutti tramano, tutti sono pronti a cambiare casacca, tutti tradiscono o hanno tradito e tutti sono ovviamente colpevoli. Nessuno si salverà, nemmeno il cosiddetto “Presidente”, né il potentissimo Don Gaetano, organizzatore dell’evento e capo spirituale del convento.
Il film è liberamente ispirato al romanzo omonimo di Leonardo Sciascia.
Petri crea una pellicola nient’affatto semplice. Accusare così, apertamente, la DC di incarnare il male assouluto, di essere il problema dei problemi per l’Italia non deve essere stato una cosa facile. Sicuramente avrà dovuto affrontare mille problemi, superare diversi ostacoli e richiare l’isolamento, sia dal punto vista politico, che da quello economico e culturale.
Volonté è da Oscar. Interpreta il potente politico che tutti chiamano “Il Presidente”, un’imitazione pressoché perfetta di Aldo Moro. Riesce a replicare in maniera sconcertante il modo di parlare, la postura, i movimenti, la mimica, lo sguardo e parecchie espressioni facciali del noto politico democristiano.
Mastroianni per la prima volta lo vediamo in un ruolo totalmente negativo; veste straordinaramente la tonaca dell’eminenza grigia, del prete apparentemente modesto e morigerato che ordisce nell’ombra le trame del vero potere su tutto lo Stato.
A Mariangela Melato spettò il ruolo della moglie del Presidente, una donna fedele e sottomessa, ma anche fiera e libidinosa.
Anche Ciccio Ingrassia merita applausi da spellarsi le mani. Forse esagera un tantino, va sopra le righe in un paio di casi ma è veramente eccellente nel dare forma al politico laido, senza alcuna vergogna, un finto castigatore di costumi dal passato discutibile. Interpreta con maestria il matto che dopo aver trascorso una vita nella corruzione incolpa tutti i suoi colleghi, li accusa violentemente, cerca di redimerli e allo stesso tempo chiede loro di entrare a far parte della spartizione dei poteri che più fanno gola.
Franco Citti appare in poche scene nei panni dell’autista/braccio destro del Presidente: un omuncolo silezioso, ma dai modi spicci, che esegue tutti gli ordini che gli vengono impartiti dall’uomo che assiste.
Voto: 8. Film da vedere assolutamente. Una pellicola ai limiti del grottesco e del fantascientifico, in alcuni tratti, ma di certo dalla fortissima carica espressiva. Notevole anche la scelta dei luoghi. Il convento in cui avvengono gli esercizi spirituali è una specie di bunker sotterraneo dalle pareti di cemento armato grezzo, costruito sopra delle catacombe e sperduto in un lugubre e isolato bosco.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
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