The Conversation

La conversazione
(The Conversation)

di Francis Ford Coppola (USA, 1974)
con Gene Hackman, John Cazale, Harrison Ford,
Cindy Williams, Frederic Forrest, Robert Duvall,
Teri Garr, Allen Garfield, Michael Higgins

Harry Caul è il titolare di una società che realizza intercettazioni: un tipo solitario di 50 anni circa – niente moglie, né figli – che un tempo lavorava per un’agenzia governativa.
Un giorno, con l’aiuto dei suoi uomini, intercetta per conto terzi una converazione parecchio strana, avvenuta per strada tra un uomo e una donna, presumibilmente amanti clandestini. Il lavoro – da realizzare con estrema riservatezza – gli è stato commissionato dal capo di una grossa società, noto come “Il Direttore”. Quando Caul porta i nastri dal committente non riesce a consegnarli. Il direttore non c’è, non si sa dove sia, così interviene il suo vice che vuole pagare in fretta il lavoro, prendere i nastri e congedare Caul senza grandi convenevoli. Ma questi non ci sta: capisce che c’è del marcio sotto, per cui si tiene i nastri, rifiuta il denaro e continua ad insistere che il materiale registrato lo consegnerà solo alla persona che gli ha commissionato direttamente il lavoro (il Direttore).
Riascoltando più tardi il contenuto della registrazione, Caul però inzia a insospettirsi. A cosa servirà quell’intercettazione? Sarà usata per un ricatto? O – ancora peggio – per un paio di omicidi? Lui è un professionista: in tutta la sua vita non si è mai posto un dubbio morale riguardo la professione che esercita, ma per la prima volta non riesce a dormire sonni tranquilli. la conversazione presente sui nastri lo tormenta, inizia cioè a sentirsi il responsabile di quello che potrà accadere alla donna che ha intercettato (che ha capito essere la moglie del Direttore) e al suo amante, che – incidentalmente – è anche un dipendente dell’azienda del Direttore.

Una pellicola che precorre parecchio i tempi, almeno dal punto di vista del tema affrontato. Il mix di solitudine, ossessione e rimorsi – dovuti ai problemi etici legati alla professione – è pressoché letale per il protagonista.
Lo dico senza voler scatenare alcun timore apocalittico: i rischi legati alla possibilità tecnica di intercettare e registare le parole (e le immagini) di chiunque, ovunque e in qualunque situazione sono ormai una minaccia costante ai giorni nostri. Coppola, che aveva intuito la gravità di tutto ciò già 40 anni fa, è riuscito a rappresentarlo in maniera molto lucida con questa pellicola (vinse la Palma d’Oro a Cannes quell’anno). Tanta stima.

Gene Hackman ancora una volta dà il meglio di sé; il suo aspetto e il suo modo di fare sono straordinariamente indicati per il personaggio che si è ritrovato ad interpretare: un uomo solo e burbero perseguito da un opprimente senso di colpa.
John Cazales (il matto del film “Quel pomeriggio di un giorno da cani”) interpreta un dipendente/collaboratore del protagonista: un tecnico esperto di intercettazioni, bravo ma dimesso, che è costretto a subire gli sbalzi di umore del suo capo senza capirne il motivo.
Ad Harrison Ford il ruolo del galoppino stronzo ed opportunista. Non l’avrei mai detto: quella bella faccia riesce ad essere indicata anche per un ruolo da individuo infido, caratterizzato da una fastidiosa doppiezza.
Cindy Williams e Frederic Forrest impersonano i due amanti intercettati.
Robert Duvall è il Direttore; non appare nei credits ma d’altronde ha una sola, silenziosa, scena.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.