Rain Man – L’uomo della pioggia
(Rain Man)
di Barry Levinson (USA, 1988)
con Dustin Hoffman, Tom Cruise, Valeria Golino,
Gerald R. Molen, Michael D. Roberts, Ralph Seymour,
Lucinda Jenney, Kim Robillard, Bonnie Hunt, Beth Grant
Un giovane venditore di auto – tale Charlie Babbitt – decide di prendersi un weekend di vacanza con la sua assistente/ragazza proprio durante una grave crisi di liquidità della sua azienda. Mentre si dirige verso la destinazione scelta, viene avvisato della morte di suo padre, con cui non ha rapporti tra una decina d’anni. Cambia dunque subito itinerario e si dirige verso la città dove si terrà il funerale; arrivato lì, però scopre di non essere l’intestatario dell’eredità: il suo vecchio ha deciso infatti di lasciare tutti i suoi averi al Dr. Bruner, un amico di vecchia data che gestisce un ospedale psichiatrico. Deciso ad andare a fondo nella vicenda, Charlie si reca nel nosocomio e qui, dopo uno scontro con il direttore della clinica, si imbatte in una strabiliante sopresa: ha un fratello di nome Raymond (Ray) – un ultra quarantenne lì rinchiuso a causa di gravi problemi di autismo – che è il vero intestatario dell’eredità di Babbitt senior.
Charlie comunque non si perde d’animo, dopo qualche ora di rabbia e smarrimento, decide di trascinare suo fratello in un lungo viaggio verso la California (il luogo dove vive e lavora) con l’obiettivo di convincerlo a farsi nominare come tutore e quindi poter finalmente mettere le mani sul patrimonio di famiglia – o almeno sulla parte che sente che gli spetta di diritto.
Il dottor Bruner è all’oscuro di tutto, Ray ovviamente non è in grado di intendere lo scopo del viaggio, per cui si fa trascinare nella cosa senza immaginare minimamente le intenzioni di suo fratello minore – anche perché ha una bassa soglia di attenzione e ragiona come un bambino – la ragazza di Charlie (Susanna) li abbandona schifata da questa specie di rapimento e dal tentativo di corruzione, però il viaggio si fa. Non solo: l’estenuante peregrinare, in auto, lungo un itinerario da est a ovest degli USA porterà Charlie a fraternizzare molto (nel vero senso della parola) con quel fratello minorato che inizialmente crede di odiare e che tanti problemi gli crea. Anche perché ha disperatamente bisogno del denaro che Ray ha ereditato in quanto i suoi affari sono all’ultimo stadio: si trova sostanzialmente sull’orlo del fallimento.
Dustin Hoffman per questo film prese un Oscar come miglior attore protagonista, e si capisce anche bene perché. Non deve essere molto facile interpretare la parte di un uomo autistico. Le sue mille faccette, il fissare il vuoto, le urla da invasato, l’espressione ebete, sono tutti elementi che testimonaniao la grandissima prova di recitazione che ha sostenuto.
Per Tom Cruise questi erano gli anni migliori, gli anni in cui era il ragazzo in ascesa, la grande promessa, la gallina dalle uova d’oro dell’industria cinematografica americana. Non credo infatti che con questa pellicola abbia deluso pubblico, critica o produzione. “Rain Man” ha preso premi, ha incassato un bel po’, insomma è rimasto nella storia del cinema. Che altro chiedergli? Il buon Tom è perfetto nel ruolo del giovane stronzetto arrogante che crede di poter fare a modo suo, senza rispettare leggi, sentimenti, né la sensibilità di un essere umano indifeso. Sembra gli riesca naturale. Quasi.
Prima prova internazionale per Valeria Golino. Diciamo pure che non se la cava male. Ma dopo questa pellicola, il massimo che Hollywood le ha concesso è stato Hot Shots, 1 e 2, e poco altro.
A dirla tutta “Rain Man” prese anche altri 3 Academy Awards: uno come Miglior Film, uno come Miglior Regia e uno come Miglior sceneggiatura originale.
La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.