Gli insospettabili

Gli insospettabili
(Sleuth)

di Joseph L. Mankiewicz (UK, 1972)
con Lawrecene Olivier e Michael Caine

Andrew Wyke, un distinto signore inglese di mezza età, nonché pluripremiato scrittore di libri gialli, invita nella sua grande e isolata casa di campagna l’amante di sua moglie, il signor Milo Tindle. Questi è ciò che is potrebbe definire un “latin lover” sui generis, ossia un parrucchiere di origini italiane (in realtà di cognome fa Tindolini), belloccio, alto, slanciato e alquanto più giovane di Sir Wyke, che con il suo fascino è riuscito a far perdere la testa alla signora Wyke.
Il romanziere dai modi affettati – e molto pieno di sè – pare che abbia chiamato mister Tindle perchè vuole vederci chiaro nella tresca che questi ha con sua moglie; ma dopo qualche scambio di battute con quello che reputa un giovinastro, cala finalmente la maschera. Wyke è deciso a lasciare definitivamente sua moglie Marguerite e a permettere che sposi Tindle, ma ad una condizione: che Milo gli faccia da complice in un raggiro ai danni dell’assicurazione.
Tindle, che non è un delinquente, ma che avrà comunque bisogno di tanto denaro per mantenere la signora Wyke decide di accettare la proposta del suo rivale in amore, anche perché in ballo per lui ci sono la bellezza di 150.000 Sterline.
La truffa che ha in mente Wyke è molto semplice: si tratta di inscenare un furto, ossia di rubare (con il suo placet) i gioielli della signora Marguerite, che è all’oscuro di tutto, e di venderli ad un ricettatore di fiducia, con cui misterwhite è già in contatto, il quale provvederà acquistare la refurtiva. Contemporaneamente l’assicurazione verserà a Mr. Wyke il denaro a titolo di rimborso per il furto subito, ossia la cifra per cui i gioielli in questione erano stati assicurati.
Ma può l’uno fidarsi dell’altro? Chi riuscirà ad avere la meglio?

La pellicola, che ha una deciso impianto teatrale, oscilla tra la commedia e il noir, configurandosi come un duello tra due pezzi da 90 della recitazione. Olivier e Caine: la scena è tutta loro, non ci sono altri attori – nemmeno come comparse. Due tra i più grandi del cinema (e del teatro) inglese si affrontano alla pari su un testo straordinario, un dialogo fitto di batti e ribatti, di piccoli colpi di scena, un’escalation verbale sottesa ad un confronto/conflitto tra due generazioni, due stili di vita differenti, due modi di amare e di atteggiarsi, due vanità e avidità diverse che mirano però allo stesso premio/obiettivo.
Rimarchevole dunque anche la costruzione della personalità dei due personaggi. Tanto di cappello ad Anthony Shaffer, che di “Sleuth” ha scritto soggetto e sceneggiatura.

Nota storiografica: di questa pellicola hanno fatto un remake nel 2007 con Michael Caine nei panni del vecchio marito e Jude Lowe in quelli del giovine amante. Ne scrissi già su questo blog.

Qui potete vedere la locandina originale.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.