Mediterraneo

Mediterraneo

di Gabriele Salvatores (Italia, 1991)
con Claudio Bigagli, Diego Abbatantuono, Giuseppe Cederna,
Vana Barba, Claudio Bisio, Gigio Alberti, Antonio Catania,
Ugo Conti, Luigi Montini, Irene Grazioli,
Alessandro Vivarelli, Memo Dini, Vasco Mirandola

Seconda Guerra Mondiale. Uno sparuto gruppo di militari italiani sbarca su di un’isoletta greca con l’intento di prenderne il comando. I membri della sgarrupata brigata si mostrano subito alquanto inesperti nelle operazioni, ma non incontrano grosse difficoltà nel penetrare nel territorio perché il luogo, che in un primo momento appare del tutto deserto – non si rivela affatto ostile, anzi in poco tempo “gli invasori” riescono persino a stringere buoni rapporti con la popolazione locale, formata quasi esclusivamente da donne, bambini e anziani.
Per mantenersi in contatto con la nave che li ha accompagnati sin lì, il gruppo ha portato anche con sé una radio da campo ma, dopo soli pochi giorni dallo sbarco, l’aggeggio va distrutto per cui diventerà impossibile mantenere contatti con il resto dell’esercito che si trova nell’Egeo. Questo inconveniente e la distruzione dell’imbarcazione da cui sono sbarcati, finiranno per isolare del tutto i militari dai loro commilitoni.
Il tenente Montini, il suo attendente Farina, il sergente Lorusso e i loro compagni di avventura rimarrano dunque bloccati sull’isoletta per ben 3 anni, senza ricevere alcuna notizia sulle sorti della guerra – che intanto si è conculsa. Questo però permetterà a loro di fare una grande e bella esperienza, di diventare amici e crescere un po’, riflettere su quello che la vita gli ha riservato, maturare speranze, prendere coscienza del mondo e dell’avvenire.
Proprio per questo, quando l’Esercito Italiano manderà sull’isola una motovedetta inglese a riprenderli sarà dura per loro tornare al mondo che sembrava averli dimenticati in un minuscolo punto in mezzo al mare.

Forse Mediterraneo è il più bel film di Salvatores e non solo perché l’Academy gli riconobbe un Oscar (per il miglior film straniero) nel 1991. Difficile però (per me) dire il perché; si tratta certamente di una riuscitissima alchimia tra diversi elementi, mescolati sapientemente: l’originalità di una storia legata alla Seconda Guerra Mondiale, ma per una volta non violenta, il racconto leggero di un tempo ormai andato, il senso di fraterna amicizia tra un gruppo di giovani uomini, lo svelamento di sentimenti umani da parte di un gruppo di militari, la storia d’amore agrodolce tra un timido giovane – seppure in armi – con una prostituta procace e determinata, la mollezza del comportamento dei protagonisti e la dilatazione del tempo come elementi opposti alla violenza e alla frenesia della guerra, ecc.
A tutto questo va aggiunto anche (ovviamente) la bravura dell’intero cast.
Abbatantuono, che da pochissimi anni aveva abbandonato la maschera del Terrungiello, interpreta il burbero sergente di origini meridionali con atteggiamento (finto)spavaldo d’ordinanza e pizzetto di foggia fascista.
Claudio Bigagli ha il ruolo del tenente che assolve quasi la funzione di fratello maggiore: un uomo acculturato che con la guerra ha proprio poco a che fare e che, nonostante il compito affidatogli, non sembra avere tutta questa voglia di fare da capo a quel nugolo di divise.
Cederna è il suo timido attendente, un giovane solo e solitario, molto affezionato al suo diretto superiore, che perde irrimediabilmente la testa per Vassilissa (Vana Barba), la bella ragazza che si assume il compito di provvedere da sola alle esigenze sessuali di tutta truppa sull’isola.
Claudio Bisio è Corrado Noventa, un uomo chiamato a fare la guerra proprio nel momento in cui sua moglie aspetta il loro primo figlio. Divorato dalla voglia di tornare a casa, durante tutto il tempo non farà altro che cercare soluzioni per disertare, ossia abbandonare l’isola in qualsiasi modo possibile alla volta dell’Italia.
Molto buffo Gigio Alberti nei panni di Strazzabosco, il ragazzo solitario con un unico pensiero: badare alla mula che lo ha seguito sin sull’isola.
A Ugo Conti il ruolo dell’addetto alle comunicazioni radio, grande amico del sergente Lorusso.
Memo Dini e Vasco Mirandola sono i Munaron, anche detti “i montanari”: due fratelli che decidono spontaneamente di salire sulle alture dell’isola e isolarsi al fine di monitorare dall’alto la situazione nel mare circostante. Finiranno per trascorrere le loro giornate a giocare allegramente e fare sesso con una pastorella (Irene Grazioli).
Luigi Montini fa il prete, o meglio il “pope”, ossia il religioso a capo della piccola comunità sull’isola – l’unico uomo non anziano ad essere rimasto nel villaggio.
Un dei personaggi secondari più simpatici, comunque, è Antonio Catania, nel ruolo del tenente Carmelo La Rosa: un’aviatore che arriva quasi per sbaglio sull’isola, costretto ad una sosta a causa di un’avaria al suo “mezzo di aria”.

La scheda di IMDb.com, quella di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.