Hannah e le sue sorelle
di Woody Allen (USA, 1986)
con Mia Farrow, Dianne Wiest, Barbara Hershey,
Michael Caine, Carrie Fisher, Woody Allen, Max von Sydow,
Lloyd Nolan, Maureen O’Sullivan, Julie Kavner, J.T. Walsh,
Fred Melamed, Sam Waterston, Tony Roberts
New York, prima metà degli anni ’80. Hannah e le sue sorelle sono tre donne tra i 30 e i 45 anni. Le due maggiori (Hannah ed Holly), avendo voluto seguire in un certo qual modo le orme dei loro genitori, sono diventate attrici, anche se non a tempo pieno. La maggiore (Holly), dopo essersi resa conto di non essere granché sul palcoscenico, ha deciso di aprire un’attività di catering a domicilio con la sua amica April. In passato ha avuto problemi di droga – spacciava e pippava – ma pare aver superato. Sua sorella Hannah, che sempre l’ha aiutata, l’aiuta anche questa volta prestandole per l’ennesima volta dei soldi.
Nel frattempo Mickey, il primo marito di Hannah – quello con cui ha avuto due gemelli grazie all’inseminazione artificiale – crede di avere un tumore. Si tratta di un uomo sulla cinquantina perennemente preoccupato per la sua salute e pieno di fissazioni sulla morte. Quando scopre di non avere il tumore – come gli era stato erroneamente (quasi)diagnosticato – Mickey decide di abbandonare il lavoro, ossia la produzione di una trasmissione in tv, e avvicinarsi alla religione. Quale? Tutte. Le prova un po’ tutte, esclusa quella dei suoi genitori, l’ebraismo.
Lee, la più piccola delle tre sorelle, vive con un’artista che le fa da pigmalione: uno suo ex professore, misantropo, brusco e solitario, molto più anziano di lei, che ha deciso di prenderla sotto la sua ala protettiva, sia dal punto di vista culturale, che da quello sentimentale. Lee non lavora, né si sente realizzata, appena scopre che suo cognato Elliot (il secondo e attuale marito di Hannah) ha una cotta per lei, cade come una pera cotta tra le sue braccia. Dopo la vertigine dell’innamoramento e i sensi di colpa (doppi, visto che l’uomo con cui ha una relazione è il marito di sua sorella) decide di tuffarsi nello studio: riprende a frequentare l’università. Qui incontra un altro professore – quello di letteratura – e se ne innamora.
I genitori di Hannah, nonostante la veneranda età, continuano con le schermaglie d’amore: il papà Evan è geloso di sua moglie Norma come quando aveva vent’anni, poiché crede che questa non perda occasione per fare la civetta con tutti gli uomini che incontra.
Il ruolo di Hannah Allen lo affidò alla sua compagna dell’epoca, ossia Mia Farrow: qui straordinaria nei panni della donna dimessa e con la testa sulle spalle – diciamo così – unico elemento quasi-positivo in mezzo ad un gruppo sociale zeppo di matti.
Per se stesso invece il regista decise di riservare la parte del logorroico e iper-ipocondriaco Mickey.
Per Holly scelse un’altra delle sue attrici preferite dell’epoca: Dianne Wiest, che ricordiamo fece poi recitare anche in “Pallottole su Broadway”.
La terza sorella (Lee) ha le delicate fattezze di Barbara Hershey.
Carrie Fisher (avete presente la Pricipessa Leia di Star Wars?) appare in due o tre scene come la socia di Holly nell’azienda/avventura del catering.
Michael Caine è Elliot, l’attempato marito di Hannah che perde la testa per la sua giovane e riccioluta cognata Lee.
Quella colonna di Max von Sydow interpreta l’artista anziano rude e solitario.
Il fascinoso Sam Waterston prende parte al film come un architetto piacione e ciarliero che cerca di sedurre le tue titolari del catering in un sol colpo usando l’arma dell’intellettualoide romanticone.
Tony Roberts appare in una sola scena nei panni di uno sceneggiatore ex-collega di Mickey, ossia il tale che accetta di donare il suo sperma ad Hannah per la fecondazione artificiale.
Il grande orso buono Fred Melamed veste un camice per la sua apparizione da medico preoccupato per le salute di Mickey – uno dei tanti medici a cui il personaggio chiede consulto.
Lloyd Nolan è il papà delle tre sorelle protagoniste, mentre sua moglie ha il volto di Maureen O’Sullivan.
Diciamoci la verità: questa non è la pellicola più divertente che Allen abbia girato, ma a me è piaciuta ugualmente. Non è piena di gag – certo – ma in due o tre occasioni mi ha fatto ridere proprio di gusto.
La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.