La mafia uccide solo d’estate
di Pif (Italia, 2003)
con Alex Bisconti, Ginevra Antona,
Pif, Cristiana Capotondi, Rosario Lisma, Barbara Tabita,
Claudio Gioè, Ninni Bruschetta, Antonio Alveario, Maurizio Marchetti
Nel passare dalla tv al cinema Pif (qui finalmente scopriamo che si chiama PIerFrancesco Diliberto) non delude.
“La mafia uccide solo d’estate” è un dolce racconto di fantasia imperniato su fatti di cronaca – cronaca nerissima – realmente accaduti. L’equivalente di un romanzo storico, se vogliamo, trasposto su pellicola.
Per raccontare la malavita organizzata siciliana, e in particolar modo, la violenta scia di sangue che lasciò negli anni ’80 e nei primi ’90, Pif utilizza lo sguardo di un bambino palermitano – tale Arturo. Lo stratagemma gli serve per portare alla mente dello spettatore i (brutti) ricordi delle stragi avvenute in quegli anni, mitigandoli con le tenere vicende del protagonista, in un un gioco dal sapore aspro/dolce a fasi alterne.
L’adolescenza di Arturo e il suo desiderio di far colpo su di una compagna di classe (Flora), si incastrano perfettamente con i personaggi e i delitti. Il bambino tontolone cresce molto lentamente, ma riesce comunque, a poco a poco, a costruirsi una coscienza, a discernere il bene dal male, entrando in contatto quasi per caso con personaggi che hanno fatto la storia della Regione Sicilia (e non solo di quella). Parte con l’adorazione feticistica di Giulio Andreotti e arriva a piangere le morti di Boris Giuliano, il magistrato Rocco Chinnici e il Generale Dalla Chiesa. Lo scontro dualistico tra sincera ingenuità infantile e brutale violenza sanguinaria funziona alla perfezione in questo caso.
Pif e la Capotondi sono bravi, credibili, se la cavano. Ma un grande “bravi” va detto ad Alex Bisconti e Ginevra Antona, i giovanissimi attori che per circa tre quarti della pellicola danno corpo ed anima ad Arturo e Flora. Sono loro i veri protagonisti del film.
Molto simpatico anche Rosario Lisma nei panni del papà di Arturo.
Abbastanza adeguata Barbara Tabita nel ruolo della mamma – anche se appare un tantinello troppo giovane.
Troppo sopra le righe invece il personaggio del proprietario della tv per cui lavora l’Alfredo Adulto, interpretato da Maurizio Marchetti: un cripto-gay eccessivamente macchietta.
Alla sceneggiatura, oltre a Pif, hanno lavorato anche Michele Astori e Marco Martani. Molto apprezzabile il grande lavoro di ricerca che è stato fatto negli archivi televisivi (credo soprattutto quelli Rai) per scovare il materiale video d’epoca che documenta per immagini le scene dei crimini e dei funerali.
La pellicola mi ha divertito, cioè intrattiene gradevolmente. Esprimo dunque parere positivo.
Se vi va, potete leggere anche cosa ha scritto in proposito il palermitano Tony Siino sul blog Rosalio.
La scheda di Wikipedia, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.