The Company Men

The Company Men

di John Wells (USA, 2010)
con Ben Affleck, Tommy Lee Jones, Chris Cooper, Kevin Costner,
Maria Bello, Rosemarie DeWitt, Craig T. Nelson,
Suzanne Rico, Tom Kemp, Tonye Patano, Anthony O’Leary,
Nancy Villone, Adrianne Krstansky, Celeste Oliva,
Chris Everett, Kathy Harum, John Doman, Brian J. White

Bobby Walker (Ben Affleck), un rampante manager di 37 anni, viene licenziato improvvisamente una mattina, dopo essere tornato dalla sua partitina a golf. La corporation per cui lavora ha deciso infatti di tagliare migliaia di risorse umane in funzione di una razionalizzazione mirata a ridurre drasticamente i costi.
La notizia è ovviamente del tutto inaspettata. Bobby reagisce male in un primo momento, con rabbia, ma subito la sua collera si trasforma in depressione. Inizia quindi a cercare un nuovo lavoro, anche se senza convinzione. Essendo molto sicuro di sé, crede di poter trovare presto un nuovo impiego alle stesse condizioni. Inoltre continua a comportarsi come se stesse ancora guadagnando 120 dollari l’anno, ossia non smette di spendere denaro per cose parecchio superflue. Suo cognato (Kevin Costener), che pare aver fiutato da tempo i “mala tempora”, gli offre anche un lavoro come operaio edile nella sua azienda, ma Bobby rifiuta offeso e sdegnato.
Piano piano, comunque, sua moglie (Rosemarie DeWitt) lo mette di fronte alla realtà del fatti e lo convince (con dolcezza) a ridurre le aspettative, a trovarsi al più presto un lavoro – anche se umile – e a tirarsi su.
Così Bobby accetta l’offerta di suo cognato e inizia a lavorare duro. Mentre scopre quanto possa essere faticoso riuscire portare a casa la pagnotta, il suo umore migliora, la vita pian piano riprende a sorridergli.
Nel frattempo anche il suo capo – Gene McClary (Tommy Lee Jones) – quello che avrebbe dovuto salvare Bobby dal licenziamento, viene licenziato e con lui anche Phil Woodward (Chris Cooper), un’altro membro anziano dell’azienda, uno di quei dirigenti che sono arrivati a ricoprire cariche importanti pur essendo partiti dal grado zero della società (l’operaio). McClary ha cercato in tutti i modi di opporsi alle riduzioni di personale, per il bene dell’azienda stessa, ma alla seconda ondata di licenziamenti non è riuscito a sottrarsi, soprattutto a causa della sua “età avanzata”.

Il film non è del tutto negativo. Una speranza c’è, anche se non è la migliore e soprattutto non è per tutti.
Wells rappresenta la distruzione della grande industria americana, il disfacimento del sostrato economico che sorregge l’intera società sotto le frenetiche e folli spinte dell’interesse finanziario a tutti i costi. In questo quadretto – nient’affatto fantasioso – a farne le spese sono ovviamente i lavoratori, siano essi dirigenti, quadri o semplici dipendenti.
La bravura del regista sta nel mettere in scena i fatti senza isteria, con grande senso della misura, anche in casi di terribili tragedie, come un suicidio. Forse per alcuni questo stile risulterà noioso, ma io l’ho apprezzato.
Davanti alla macchina da presa, d’altronde, abbiamo 4 pezzi da 90, 4 premi oscar: Affleck, Jones, Costner e Cooper.
Con loro anche la bionda Maria Bello, nei panni della stronza responsabile delle risorse umane – nonché amante di McClary – e Craig T. Nelson nelle vesti del presidente della compagnia, un uomo implacabile che antepone il suo interesse e quello degli investitori al bene dell’azienda e dei lavoratori.
A Rosemarie DeWitt il compito di dare il volto alla mogliettina dolce, affettuosa e dotata di infinita pazienza.

La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.