Il commissario
di Luigi Comencini (Italia, 1962)
con Alberto Sordi, Franca Tamantini, Mino Doro,
Alfredo Leggi, Franco Scandurra, Angela Portaluri, Andrea De Pino,
Giuseppe Fazio, Alberto Vecchietti, Vincenzo Falanga, Carlo Bagno,
Alessandro Cutolo, Aldo Bufi Landi, Alfredo Leggi
Simpaticissima commedia con Sordi protagonista assoluto. Ho riso tanto e di gusto per quasi tutta la durata della pellicola.
Il soggetto e la sceneggiatura sono dei grandissimi Age e Scarpelli (una garanzia). Dirige Comencini. A produrre c’è Dino De Laurentiis.
Un onorevole stimatissimo viene trovato morto a Boccea – ossia in una zona all’epoca abbastanza periferica di Roma – investito da un’auto. In meno di due giorni il colpevole viene individuato ed arrestato. Il tribunale si affretta a chiudere la pratica per due motivi: 1. perché il Primo Ministro in persona si attiva affinché sul caso non si sollevi uno scandalo; 2. perché il fattaccio avviene il giorno prima di Pasqua.
Il vice commissario Dante Lombardozzi (Sordi) si accorge però che nelle pratiche qualcosa non quadra; la dichiarazione del presunto colpevole presenta infatti delle discrepanze rispetto a quanto affermato dal carrozziere che ha rimesso a posto l’auto con cui è stato investito l’onorevole.
Indifferente all’avvicinarsi della festività, con lo spirito di lavoratore indefesso e soprattutto desideroso di far carriera, Lombardozzi si mette a lavorare sul caso alla ricerca della verità. La ragione e la legge sono dalla sua parte, ma in men che non si dica solleverà comunque un gran polverone, bloccherà persino il funerale del defunto e finierà per scomodare anche tutti i suoi superiori, richiamandoli dalle vacanze.
Ad ogni modo, proprio grazie alla sua testardaggine, il vice commissario risolverà il caso e verrà premiato con una promozione. Il suo lavoro insomma gli darà finalmente tanta soddisfazione, almeno sino a quando non si renderà conto di aver mandato in galera un innocente, anche se questi è un poco di buono che fa il protettore (sfruttatore) di prostitute.
Anche in questo caso – come ne “Il vigile” – Sordi interpreta un italiano idealtipico che con il suo eccessivo zelo si mette nei guai, arrecando anche danni a terzi.
A parte l’orginalità della storia, in questa pellicola ciò che funziona maggiormente sono i dialoghi: frasi capaci di generare sonora ilarità, messe in bocca al più grande comico italiano del secolo scorso, diventano ancora più efficaci.
Il finale del film è un po’ sottotono rispetto al resto. Per vincere i suoi sensi di colpa il protagonista dichiara il falso in tribunale e scagiona l’imputato: ammette cioè di averlo picchiato durante la fase di arresto, anche se questo non corrisponde a verità. Il gesto, seppur magnanimo, lo costringe comunque a dimettersi dalla polizia. A questo punto decide di conoscere finalmente la famiglia della sua fidanzata – che fino ad allora non aveva mai potuto incontrare a causa degli impegni di lavoro – e di mettersi sotto la loro ala protettiva. Sposerà la giovane – che lo sceglie nonostante tutto solo perché si sente non più suffientemente per cercare marito – e inizierà a lavorare come agente di commercio per l’azienda di famiglia: il pastificio Santarelli.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.