The Master

The Master

di Paul Thomas Anderson (USA, 2012)
con Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams,
Christopher Evan Welch, Laura Dern, Ambyr Childers

Il film è affascinante ma molto semplice. La trama, del tutto lineare, si segue senza grosse difficoltà. Il più viene raccontato nei primi 20 minuti circa.
Freddie Quell, un ragazzo americano sulla trentina, ritornato dalla seconda guerra mondiale con alcuni disturbi psichici, ha gravi difficoltà ad ambientarsi nella società civile. È solo, non ha nessuno da cui tornare: né parenti, né amici. Si riduce così a fare una vita molto difficile, misera e soprattutto solitaria.
Inizia fare il fotografo presso un grande magazzino – nel frattempo prova a mettersi anche con una ragazza – ma ben presto le cose vanno male: il suo carattere difficilissimo non si adatta affatto ad un posto pieno di gente. In seguito ad una rissa provocata dalla sua scostanza ed insofferenza, è costretto a lasciare il posto e a trasferirsi in campagna dove, per sbarcare il lunario, si spacca la schiena nella raccolta dei cavoli. Ma anche qui le cose precipitano molto presto: una notte, a causa di una brutta discussione scaturita dalle accuse di aver avvelentato un vecchio contadino, Freddie si azzuffa ferocemente con un gruppo di braccianti ed è costretto a fuggire. La sua testardaggine, dunque, e la feroce violenza che non riesce a trattenere, sono la causa di tutti i suoi mali.
Una notte, però, le cose sembrano prendere una piega migliore. Mentre cammina sul molo di un porto scopre una nave con l’equipaggio in festa. Pur essendo ubriaco, si presenta al proprietario dello yacht e chiede un lavoro come mozzo, o meglio come marinaio specializzato. Conosce così Lancaster Dodd – una specie di filosofo/santone/scrittore/psichiatra/medico/ricercatore/leader carismarico che sta a capo di un’organizzazione pseudo-scientifica dai risvolti religiosi nota come “La causa” – sua moglie Peggy, i suoi due figli, suo genero e tutta la cricca di seguaci che lo attornia.
Mister Dodd – detto “Il Maestro” – trova immediatamente simpatico Freddie. Non solo gli offre un lavoro nel suo staff, ma lo tiene vicino a sé anche come più caro amico, gli offre vitto e alloggio e inizia ad eseguire con lui determinati esperimenti che denomina “Il trattamento”. In pratica lo prende in analisi, anche se non è un vero e proprio psichiatra. Tra di loro nasce un rapporto speciale dai confini non ben definiti. Per il Maestro c’è qualcosa di mistico nel loro incontro. Freddie sarà una specie di seguace prediletto per Dodd, così come il baffuto affabulatore di masse svolgerà per il giovane ribelle un ruolo da figura guida: un po’ medico, un po’ insegnante, un po’ padre.
I due saranno sulla stessa lunghezza d’onda per molto tempo – Freddie in diverse occasioni mosterà anche di voler difendere con il proprio corpo l’incolumità di Lancaster – poi qualcosa si spezzerà e sarà difficile rimettere a posto le cose. Comunque si intuisce che, seppur conflittuale, seppur tra alti e bassi, il loro rapporto durerà a lungo.

Perché vedere questo film?
Di certo per la recitazione e per le ambientazioni.
Anderson e il suo staff tecnico sono riusciti a creare una pellicola straordinaria dal punto di vista della fotografia, delle location, dei vestiti, delle inquadrature. Il film è davvero un piacere per gli occhi.
Poi ci sono Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman che duettano a lungo da eccellenti attori quali sono. Phoenix è nel personaggio, è oltre il personaggio. Perfettamente calato nella parte. Si vede benissimo: si sente Freddie Quell, è Freddie Quell. O almeno lo è stato per tutta la durata delle riprese. Grandissimo.
Hoffman diretto da Anderson continua a dare il meglio di sé. Guardate Magnolia e Boogie Nights, poi ne parliamo.
Ottima scelta di cast anche per Amy Adams: è riuscita a rendere estramente credibile la figura della moglie di Dodd, una donna giovane ma estremamente sicura di sé, determinata, testarda, caparbia, che sa come si sta al fianco di un uomo che (secondo lei) merita grande stima e rispetto. Una personalità ben conscia della propria figura, che non accetta compromessi e che è disposta a chinare il capo ma solo davanti alle scelte di suo marito.

Perché non vedere questo film?
Perché magari le pellicole lunghe vi annoiano oppure perché non siete fan del modo in cui Paul Thomas Anderson dirige o perché siete di quelle persone che a fine film chiedono “E quindi?”

Nota: alcuni hanno visto in Lancaster Dodd parecchi riferimenti a Ron Hubbard, il fondatore di Scientology.

La scheda IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.